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I Garanti dei detenuti contro i trasferimenti alla Dozza. Cavalieri: “Non si risolve così il problema”

Il garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri, assieme ai garanti di Campania, Piemonte, Puglia, Veneto e Abruzzo fanno il punto a Bologna sull’apertura della sezione di “giovani adulti” all’interno della casa circondariale della Dozza

“È un errore trasferire persone detenute dalle carceri minorili alla Dozza di Bologna, perché si allontanano questi giovani dai loro territori d’origine spezzando i legami familiari. Inoltre, si rende complicata la prosecuzione dei percorsi riabilitativi che costoro hanno iniziato negli istituti di pena da cui vengono allontanati”.

Sono concordi i garanti regionali dei detenuti di Emilia-Romagna, Campania, Piemonte, Puglia, Veneto e Abruzzo, in occasione della conferenza stampa tenuta nella sede dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, nell’affrontare il tema dell’apertura della sezione per i cosiddetti “giovani adulti” nella casa circondariale bolognese della Dozza.

“Ho già fatto due sopralluoghi nella nuova sezione della Dozza, l’ultimo lo scorso lunedì. Sono già ventuno gli ospiti, provenienti un po’ da tutta Italia, che sono stati allontanati dai territori in cui risiedevano, indebolendo così i loro legami familiari e rendendo complicato mantenere rapporti diretti con i loro legali”, rimarca il garante dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri. Il garante spiega poi che “i sopralluoghi proseguiranno e il monitoraggio alla Dozza diventerà settimanale. Va anche sottolineato che questi detenuti sono spesso sottoposti a un provvedimento di custodia cautelare, quindi una condizione limitata nel tempo. In questi casi, il trasferimento rende complicato assicurare loro percorsi riabilitativi adeguati. Questi trasferimenti, che sono massimo due per istituto, non risolvono certamente il problema del sovraffollamento negli istituti di provenienza”.

Sulla stessa linea Samuele Ciambriello (garante in Campania e portavoce nazionale della Conferenza dei garanti): “Abbiamo denunciato quella che noi definiamo una sorta di deportazione. Assistiamo a una criminalizzazione nei confronti di questi detenuti e riteniamo sia sbagliato allontanarli dai territori d’origine e dalle loro famiglie”. “In Italia – prosegue – nei 17 istituti minorili sono rinchiusi 359 minorenni e 234 giovani adulti (detenuti maggiorenni che hanno iniziato la detenzione da minorenni); il sovraffollamento ha ormai superato il 150% e la situazione è peggiorata con il decreto Caivano. C’è un’evidente distorsione emergenziale sul sistema penale minorile”. Il Garante critica poi il sottosegretario Andrea Ostellari che, al contrario, ha dichiarato che “i trasferimenti temporanei a Bologna stanno proseguendo secondo i piani e senza particolari problemi”. “I problemi – rimarca il portavoce nazionale della Conferenza dei garanti – ci sono eccome e la situazione è alquanto complessa, a partire dal tema dell’ambientamento di questi detenuti. Il sottosegretario dovrebbe affrontare questi problemi anziché criticare chi denuncia la situazione”.

Per Bruno Mellano (garante in Piemonte, coordinatore nazionale dei garanti regionali) “la soluzione della Dozza non è una riposta; serve, invece, incrementare il sistema delle comunità, perché è sempre più difficile prevedere percorsi esterni al carcere”.

I garanti regionali Piero Rossi (garante in Puglia), Mario Caramel (garante in Veneto) e Monia Scalera (garante in Abruzzo) fanno poi il punto sulle aperture delle nuove strutture minorili, per contrastare il problema del sovraffollamento, a Lecce, Rovigo e all’Aquila: “A Rovigo siamo vicini all’apertura, ma questa struttura è destinata ad assorbire i minori dell’istituto di Treviso ormai in chiusura; all’Aquila, l’apertura è prevista per giugno, mentre per Lecce non c’è una data, in quanto i cantieri sono ancora chiusi”.

Presenti alla conferenza stampa le consigliere e i consiglieri regionali Simona Lembi, Valentina Castaldini, Simona Larghetti e Giovanni Gordini.

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(Cristian Casali)

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