È online la prima guida sulle professioni del sistema carcerario. Il volume “Guida alle carriere lavorative e professionali nell’amministrazione penitenziaria” nasce da un’idea del garante regionale dei detenuti della Regione Emilia-Romagna Roberto Cavalieri.
Si tratta di una guida pensata per chi, a partire dai giovani diplomati e laureati, è intenzionato a intraprendere le attività lavorative collegate all’amministrazione penitenziaria. La pubblicazione è ricca di informazioni dettagliate sui percorsi professionali collegati al sistema carcerario, a partire dal tipo di requisiti necessari per esercitare queste attività lavorative (comprese le indicazioni sulle procedure concorsuali).
Il riferimento è a tutte le professioni collegate al mondo del carcere, dalle figure che si occupano del trattamento e del reinserimento sociale del detenuto (come, ad esempio, pedagogisti, psicologi, criminologi e mediatori culturali) a quelle che si dedicano all’amministrazione della struttura (come, ad esempio, i funzionari contabili), fino a chi ha la responsabilità della sicurezza del penitenziario (come, ad esempio, agenti, ispettori e commissari del corpo di Polizia penitenziaria).
“Il carcere – spiega Roberto Cavalieri – ha il compito di offrire una possibilità di cambiamento a chi ha sbagliato, attraverso un percorso rieducativo rivolto al reinserimento sociale. Se questo percorso risulta fallimentare, a perderci, oltre allo stesso detenuto, sarà l’intera società, che risulterà meno sicura. A garantire questa possibilità al detenuto sono i tanti attori attivi nel carcere”. Riguardo alla guida, il garante regionale precisa: “Con questa pubblicazione continua l’impegno del nostro ufficio nell’attività di diffusione di strumenti per conoscere i contesti in cui si trovano le persone sottoposte a misure limitative o privative della libertà personale. Solo attraverso la conoscenza dell’organizzazione e delle norme che regolano questi ambiti è possibile lavorare con profitto a garanzia del rispetto dei diritti delle persone non libere, al contrario si rischia di dare spazio solo ai pregiudizi”.
“Il carcere – rimarca Silvia Mannone (curatrice del volume e dottoranda in Sociologia e ricerca sociale all’Università di Bologna) – non può essere inteso esclusivamente come un luogo di reclusione, ma piuttosto come una società a sé stante. Al suo interno, infatti, si riproducono dinamiche proprie dell’esterno. Del carcere serve, quindi, coglierne le contraddizioni e i limiti, ma anche le potenzialità. È proprio da queste potenzialità che nasce l’esigenza di promuovere, soprattutto fra i giovani, studenti e non, una maggiore conoscenza del sistema penitenziario e dell’amministrazione che lo governa. Questo testo è pensato non solo per orientare chi desidera intraprendere una carriera nel sistema dell’esecuzione penale, ma anche per stimolare una riflessione più ampia sul ruolo che queste attività lavorative possono e devono assumere nel processo di cambiamento dell’istituzione carceraria. Cambiare il carcere significa, in ultima analisi, cambiare lo sguardo con cui lo si abita e lo si amministra”.
Alla stesura del testo hanno collaborato le due docenti Raffaella Sette, del dipartimento di Sociologia e diritto dell’economia dell’Università di Bologna, e Sandra Sicurella, coordinatrice del corso di laurea magistrale in Scienze criminologiche per l’Investigazione e la sicurezza sempre dell’Università di Bologna.
“Come docente di materie criminologiche – spiega la professoressa Sette – ho avuto da sempre la necessità di rispondere alla domanda che gli studenti mi pongono ormai da più di 25 anni: ‘Quali sbocchi lavorativi esistono per coloro che, come noi, si sono appassionati alla criminologia?’. Come emerge chiaramente da questa guida, per i professionisti nell’ambito dell’amministrazione penitenziaria la criminologia, insieme ad altre discipline, serve per acquisire quelle conoscenze utili per riuscire a comprendere come proteggere, sostenere e accompagnare le persone che, trovandosi nelle mani della giustizia penale, sono, a vario titolo, loro affidate, per brevi o lunghi periodi. Lo scopo è di dare concretezza alla finalità rieducativa (e anche riparativa) della pena e raggiungere l’obiettivo auspicato di prevenire la recidiva”.
“La pubblicazione – sottolinea la professoressa Sicurella – rappresenta anche un importante strumento di orientamento in uscita per gli studenti e le studentesse del corso di laurea magistrale in Scienze criminologiche per l’investigazione e la sicurezza. Si tratta di un testo completo che offre una visione concreta delle professionalità che operano nel sistema penitenziario. Conoscere da vicino questi percorso significa valorizzare la formazione universitaria come leva di impegno civile e responsabilità sociale, promuovendo una maggiore consapevolezza del ruolo che la conoscenza può avere nei percorsi di giustizia e reinserimento”.
Alla realizzazione del volume hanno contribuito, oltre all’Università di Bologna, anche il Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria dell’Emilia-Romagna e delle Marche e la Polizia penitenziaria.
La guida, consultabile a questo link, verrà presentata il prossimo 7 novembre nella facoltà di Sociologia dell’Università di Forlì.
(Cristian Casali)



