Sabato 21 febbraio, alle ore 18, l’avvocato Desi Bruno, Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, si recherà nella casa circondariale di Modena per un colloquio con Henrique Pizzolato, la cui richiesta di estradizione in Brasile è stata accolta dalla Corte di Cassazione, che ha ribaltato la sentenza di diniego della Corte d’Appello di Bologna.
“Il mio ruolo di vigilanza e di promozione dei diritti delle persone detenute in ambito regionale mi impegna a rappresentare di nuovo al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, la situazione del signor Pizzolato”, afferma la Garante. “Dopo il pronunciamento della Cassazione- prosegue- ho ritenuto doveroso scrivere tempestivamente al ministro manifestando preoccupazione per la vita di Pizzolato in caso di concessione dell’estradizione”.
Henrique Pizzolato, ex direttore del Banco del Brasile, ha anche la cittadinanza italiana e non intende sottrarsi alla carcerazione conseguente la condanna (12 anni e 7 mesi nell’ambito di una vicenda di tangenti), pur fortemente contestata dalla sua difesa, tanto che si è costituito ed è attualmente detenuto nell’Istituto di via Sant’Anna. La preoccupazione principale, sua e dei suoi familiari anche per il tramite dei legali, è il rientro in Brasile: il carcere di destinazione, sottolinea l’Ufficio della Garante dei detenuti, è stato, anche di recente, scenario di episodi di violenza e morte inflitta da detenuti ad altri detenuti.
“Il sistema penitenziario brasiliano- conclude Desi Bruno- è internazionalmente riconosciuto e censurato per essere caratterizzato da inaccettabili violazioni dei diritti umani ed essere privo delle condizioni minime di sicurezza e assistenza”. La concessione dell’estradizione e la detenzione in un carcere di quel Paese “esporrebbe il signor Pizzolato a un concreto pericolo di trattamenti disumani e degradanti fino al rischio di morte”. L’incontro di sabato “vuole essere l’occasione per testimoniare di persona l’attenzione con cui il mio Ufficio segue il caso”.
LG