“Intervenire per garantire la sicurezza degli agenti di Polizia penitenziaria operanti negli istituti penitenziari emiliano-romagnoli”. A chiederlo, con un’interpellanza rivolta al governo regionale, sono Matteo Rancan (primo firmatario) e Valentina Stragliati della Lega.
In meno di un mese (tra maggio e giugno 2021), si legge nell’atto, “otto agenti di polizia penitenziaria, operanti nel carcere di Piacenza, sono stati aggrediti dai detenuti”.
Il personale del corpo di Polizia penitenziaria, ha spiegato in aula Rancan, “spesso opera in strutture fatiscenti, insalubri, sovraffollate e in situazioni estreme con carenze di personale e turni massacranti: queste condizioni, spesso sottovalutate, influiscono profondamente sul benessere organizzativo del lavoro e contribuiscono all’aumento dei livelli di stress, facilitando l’accentuarsi di tensioni e conflittualità tra detenuti e poliziotti all’interno degli istituti”. Sono necessari, ha rimarcato, “provvedimenti urgenti per la tutela dell’incolumità fisica degli agenti, devono avere dotazioni adeguate (taser, spray urticante, body scanner, schermature contro l’uso improprio delle apparecchiature di telefonia mobile) per potersi difendere in caso di necessità”.
La risposta è arrivata in aula dalla vicepresidente Elly Schlein, che ha ribadito la necessità di tutelare gli agenti della penitenziaria e tutti coloro che si trovano all’interno degli istituti carcerari, anche se “la Regione- ha riferito- non ha competenza sulla gestione del personale di queste strutture e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, compito dell’amministrazione penitenziaria”. Relativamente alle dotazioni per gli agenti la responsabilità, ha poi spiegato, “è invece del Ministero”.
(Cristian Casali)