“Vogliamo un carcere che non punisca, che sostenga il cambiamento delle persone, che rieduchi e non emargini, che difenda la società e non produca e riproduca la cultura criminale. Per questo dobbiamo investire, più adeguatamente, nella scuola e nella formazione professionale, ma soprattutto nel lavoro come risorsa materiale e formativa da spendere anche all’esterno”. È il Garante regionale delle persone private della libertà personale, Marcello Marighelli, a lanciare un monito sul tema del lavoro all’interno degli istituti penitenziari.
Marighelli parteciperà al convegno “Il lavoro in carcere. Il carcere al lavoro” in programma sabato prossimo, 20 maggio, organizzato dalla Camera penale di Bologna in collaborazione con l’Osservatorio carcere dell’Unione camere penali e con la Fondazione Aldini Valeriani. L’incontro si svolgerà a Bologna, a partire dalle 9.30 fino al pomeriggio, nella sede della stessa Fondazione Aldini Valeriani, in via Bassanelli 9/11. Un momento di confronto su tre differenti temi: il lavoro dentro e fuori le mura, il carcere-impresa e il ruolo delle aziende e del volontariato. Il programma è consultabile nella pagina web http://www.ristretti.it/commenti/2017/maggio/pdf5/convegno_bologna2.pdf.
L’argomento del lavoro in carcere, ha infine spiegato Marighelli, “è ancora troppo sottaciuto e banalizzato nella misura dei riconoscimenti economici, le cosiddette mercedi. Il tema riguarda tante persone detenute impegnate nei lavori domestici e di manutenzione ordinaria, oltre ad altre mansioni, senza i quali gli istituti di pena sarebbero ben più inospitali e degradati”.
(Cristian Casali)