Definiti i criteri del bando regionale che stanzia contributi per sostenere i carnevali storici come previsto dalla norma approvata nel settembre scorso finalizzata alla valorizzazione delle manifestazioni esistenti da almeno 20 anni e quelle di riconosciuto valore storico e culturale. I criteri sono stati illustrati in commissione Cultura (presieduta da Francesca Marchetti).
L’assessore alla Cultura Mauro Felicori, ricordando il valore artistico e sociale dei carnevali, ha sottolineato “l’impegno mantenuto di presentare il bando alla commissione Cultura con l’obiettivo di mantenere aperto il dialogo ascoltando le minoranze”.
Gianni Cottafavi, dirigente del settore Attività culturali, ha illustrato le caratteristiche principali del bando: “Passaggio preliminare per la concessione di contributi è l’iscrizione all’albo, uno strumento funzionale anche alla promozione dei carnevali storici. Il ‘titolare’ dell’albo deve essere il Comune di riferimento che individua il carnevale con le caratteristiche definite dalla Regione. L’iscrizione ha validità triennale, rinnovabile qualora sia appurata la sussistenza delle condizioni. Gli enti locali ci devono indicare le date di svolgimento dell’anno successivo e anche chi sarà il soggetto organizzatore che sarà il destinatario del contributo a fronte della presentazione del progetto. Il finanziamento sarà proporzionato ai costi da sostenere con dei massimali di 100mila euro”.
Massimiliano Pompignoli (Lega) ha commentato: “L’unica cosa da capire riguarda la certificazione del Comune che deve essere allegata alla domanda per il contributo necessario per l’organizzazione del carnevale. Questo appesantisce dal punto di vista burocratico il lavoro delle associazioni e rischia di creare una sorta di controllo ‘politico’ sulle manifestazioni”.
Roberta Mori (Partito democratico) ha aggiunto: “Il fatto che l’albo non sia semplicemente un elemento ‘elencativo’ ma anche un elemento di valorizzazione è un aspetto cui tenevamo particolarmente. Rispetto ai massimali dei contributi credo che siano condivisibili come tetti di riferimento e che siano modificabili nei bandi successivi”.
Riguardo al ruolo dei Comuni, Cottafavi ha precisato: “L’organizzazione dei carnevali spesso comporta il contributo di più soggetti tra cui i Comuni stessi. Visto che al bando nazionale possono presentare domanda solo gli enti locali e che le spese sono in capo al soggetto organizzatore il Comune si assume il compito di chiedere i contributi statali. Al tempo stesso, tenendo le fila, evita il sovrapporsi di domande di contributi alla Regione per lo stesso carnevale che deve essere uno per ciascun Comune”.
(Lucia Paci)