Parità, diritti e partecipazione

Caso Lara Lugli. Roberta Mori, coordinatrice nazionale commissioni Parità: “Inconcepibile che la maternità sia una colpa”

In una lettera alla ministra Bonetti e al presidente del CONI Malagò le presidenti delle Commissioni Pari opportunità regionali condannano il comportamento della Pordenone Volley e chiedono diritti e tutele per tutte le atlete

“Le donne dello Sport aspettano da troppo tempo di essere equiparate agli uomini, i passi fatti sinora sono insufficienti e casi aberranti come quello di Lara Lugli rispecchiano l’iniquità di un sistema da cambiare subito”. Così dichiara la coordinatrice nazionale delle Commissioni Parità di Regioni e Province Autonome, Roberta Mori.

In una lettera inviata alla Ministra PPOO Elena Bonetti, al presidente CONI Giovanni Malagò e alla Consigliera nazionale di Parità (competente per le discriminazioni sul lavoro) Franca Cipriani, la coordinatrice non le manda a dire: “In questo Paese le atlete degli sport di squadra o individuali, non appena incinte, si vedono annullare i contratti e rimanere senza alcun diritto e alcuna tutela- scrive nella lettera- ma soprattutto non hanno alternativa, perché oltre alla riforma dello Sport manca ancora oggi la volontà delle federazioni di affermare uno status paritario alle proprie tesserate, nonostante la promozione del professionismo femminile contenuta nella legge di Bilancio 2020”.

Il Coordinamento chiede con urgenza l’applicazione del professionismo femminile nello Sport, l’estensione alle donne di tutti i diritti e tutele contrattuali di cui godono gli uomini, l’impegno per un sostegno concreto alla maternità delle atlete. “Perché nessuna donna, non solo in ambito sportivo, deve essere mai più costretta a scegliere tra il lavoro e i figli, è davvero inconcepibile, oltre la vergogna, che nel 2021 rimanere incinta sia considerata una colpa” conclude Roberta Mori.

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