Sanità e welfare

Castaldini (Fi): la riorganizzazione della rete di emergenza-urgenza è in linea con le indicazioni della Regione?

La consigliera chiede chiarimenti in particolare sull’istituzione dei Centri di emergenza urgenza. Il sottosegretario Baruffi: “Si è convenuto con le Conferenze territoriali di dare precedenza alle strutture più in difficoltà”

La giunta valuti se i piani riorganizzativi delle Aziende sanitarie e degli enti del Servizio sanitario regionale riguardanti la rete di emergenza-urgenza sono coerenti con le indicazioni fornite dalla Regione. In caso contrario dica se intende predisporre nuovi atti o richiamare le Asl e gli enti del Servizio sanitario regionale a una corretta applicazione dei criteri indicati. Lo chiede con un’interrogazione a risposta immediata in Aula Valentina Castaldini (Forza Italia).

“Con una delibera di luglio -ha ricordato al consigliera- la giunta ha fornito alle Aziende sanitarie linee di indirizzo per la riorganizzazione della rete dell’emergenza-urgenza in Emilia-Romagna. In particolare, si dispone l’istituzione dei Centri di emergenza urgenza (Cau) e si prevede la loro possibile collocazione nelle Case di comunità oppure nei Punti di primo intervento (Ppi) negli ospedali di prossimità sprovvisti di Dipartimento di emergenza-urgenza e accettazione (Dea). È comunque opportuno, dove possibile, valutare la presenza di un Cau in prossimità di un Dea. Le Aziende sanitarie e gli enti del Ssr hanno predisposto dei piani riorganizzativi di prima attuazione e da una pur parziale ricognizione appare evidente che nessuno dei Cau dei quali è stata programmata l’attività è in prossimità di un Dea. Al contrario, la maggior parte sembrano in strutture periferiche o si configurano come riconversioni di Pronto soccorso dei quali si è decretato la chiusura. Mi sarei aspettata che i primi Cau venissero realizzati vicino a un pronto soccorso come il Sant’Orsola di Bologna che fa 135mila accessi all’anno, o al Maggiore di Bologna o al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia che ne fanno oltre 100mila. Nessuno dei Cau previsto è vicino a un grande pronto soccorso”.

Castaldini ha infine rimarcato che “la riorganizzazione della rete dell’emergenza-urgenza in Emilia-Romagna è criterio essenziale per l’accesso al 70% dell’indennità di risultato per i direttori generali delle Aziende sanitarie regionali”.

Ha risposto il sottosegretario alla presidenza di giunta Davide Baruffi: “La giunta dà una valutazione positiva alle proposte dei direttori generali, coerente con le linee guida che abbiamo stilato. La programmazione ha un percorso graduale e di prima attuazione. Si è convenuto con le Conferenze territoriali di dare precedenza alle strutture più in difficoltà. Ciò non toglie che anche in prossimità dei Dea vi debbano essere strutture per interventi in urgenza. L’obiettivo non è risparmiare ma consentire una più corretta allocazione delle risorse e rispondere meglio alle esigenze di urgenza ed emergenza. Siamo di fronte a un sottofinanziamento strutturale a livello nazionale in sanità”.

La consigliera si è detta non soddisfatta: “La settimana scorsa l’assessore alla Sanità, rispondendo alle mie sollecitazioni aveva detto che l’apertura dei Cau al Sant’Orsola e al Maggiore era già prevista ma era notizia sicuramente nuova visto che nel Piano della Conferenza territoriale sociale e sanitaria di Bologna non erano menzionati e non erano mai stati presentati alla stampa i progetti di Cau nei grossi ospedali. Non è stato ben compreso lo spirito della riforma. La Regione non ha dato alcuna indicazione ulteriore: ha dimenticato di dire alle aziende dove posizionare i Cau”.

(Lucia Paci)

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