La Regione spieghi quali sono state le cause del blackout sui servizi di Lepida l’11 novembre 2023. È la domanda della consigliera Valentina Castaldini (Forza Italia) posta alla giunta e a cui ha risposto l’assessora Paola Salomoni (Agenda digitale), in commissione Bilancio, presieduta da Massimiliano Pompignoli.
Castaldini, riferendosi al guasto dell’11 novembre, ha voluto anche sapere se sono andati persi dati e “perché un guasto a un datacenter, quello di Ravenna, ha portato a questa interruzione e per quale motivo non è attivo, in questi casi, un servizio ridondante. I disagi hanno riguardato in particolare la sanità: non hanno funzionato prenotazioni, spid, fascicolo sanitario, servizio di ritiro farmaci”.
La capogruppo Fi, nel chiedere all’esecutivo regionale “come sia possibile che i servizi informatici di Lepida, della quale la stessa Regione Emilia-Romagna è azionista di maggioranza, abbiano così tante interruzioni”, vuole poi sapere “quale sia la strategia per rendere il sistema più affidabile”. La capogruppo parla poi, nello specifico, dei danni alla sanità regionale riferendo anche di “prelievi di sangue distrutti per l’impossibilità di processarne l’analisi”. “Questo blackout è stato il terzo di forte impatto in breve tempo, dopo quelli del 26 luglio 2022 e del 21 febbraio 2023”, conclude Castaldini.
L’assessora Salomoni ha fornito una risposta tecnica: l’11 novembre, il guasto è stato dovuto alla mancanza di energia elettrica, a causa di lavori di manutenzione per attivare il fotovoltaico, che hanno provocato il malfunzionamento di un impianto di alimentazione. In quel momento la linea si è disconnessa e si è attivato il sistema a batteria, che dura, però, solo 40 minuti. Anche la seconda linea di alimentazione non funzionava e 40 minuti non sono stati sufficienti. L’assessora ha spiegato che “a subire il guasto è stata solo una sala del data center di Ravenna. Le altre hanno funzionato. Ripristinata l’alimentazione, si sono dovuti eseguire diversi aggiornamenti dei software. Il disaster recovery non è stato eseguito perché richiede tempi lunghi di attivazione”. Salomoni ha poi ricordato che “i soci quando acquisiscono i servizi da Lepida acquistano in modalità business continuity (Lepida garantisce i sistemi, ma non i software di cui devono occuparsi i soci)”. Nessun problema, invece, per “l’integrità dei dati, ma solo per la disponibilità del servizio che è mancato per alcune ore”. Salomoni ha poi elencato i dati sulla percentuale di funzionamento di Lepida “che sono del 100% nei primi otto mesi e del 99,8% nell’ultimo quadrimestre a causa di quel malfunzionamento. I problemi sono sull’alimentazione dei cavi Enel che spesso vengono tranciati a causa di cantieri. Per abbattere i disagi Lepida ha migliorato l’interconnessione dei sistemi, con una rete più ridondante e maggiori backup. Inoltre, anche Lepida ID sarà in business continuity. Stiamo predisponendo altri servizi, soprattutto per proteggere i servizi sanitari, e aumentare i livelli di Sla (contratto tra un fornitore di servizi e un cliente che specifica la natura e la qualità del servizio da fornire)”.
Valentina Castaldini ha replicato che “il data center di Ravenna è classificato di gruppo A e dovrebbe avere piena ridondanza e alimentazione. C’è qualcosa di strutturale che non funziona. Lei assessora ci ha detto che i Comuni se non hanno pagato il servizio di business continuity e ridondanza non sono protetti, vale a dire che un Comune è quasi obbligato a scegliere Lepida. Questi due aspetti devono essere considerati”.
(Gianfranco Salvatori)