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Cattolici, musulmani ed ebrei in Assemblea: “no al cinismo, combattiamo per la pace”

Zuppi con Lafram, De Paz e Sermoneta assieme a Saliera e un centinaio di persone alla vernice della mostra fotografica sui Movimenti per la pace di Luciano Nadalini

Sermoneta, De Paz, Saliera, Lafram e Zuppi
Sermoneta, De Paz, Saliera, Lafram e Zuppi

“Un cinico direbbe che tutte queste immagini non servono a nulla, ma io invece dico che solo combattendo per la pace, la si ottiene”. E’ l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi a sintetizzare così il pensiero di tutti i rappresentanti religiosi convenuti oggi in Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna davanti alla mostra “Movimenti per la pace” del fotografo emiliano Luciano Nadalini. Davanti ai pannelli con le foto storiche di manifestanti e cortei da tutto il mondo, sono arrivati l’arcivescovo, il presidente della comunità ebraica Daniele De Paz, il rabbino capo di Bologna Alberto Sermoneta, il presidente della comunità islamica Yassine Lafram. Con la presidente dell’Assemblea, Simonetta Saliera, e l’assessore regionale Massimo Mezzetti a fare gli onori di casa un pubblico di un centinaio di persone venute per osservare le foto di un ventennio di cortei e striscioni contro i conflitti del XXI secolo in Iraq, nei Balcani, in Congo e in Colombia.

“Siamo qui perché le guerre non sono ancora finite”, ha esordito la presidente. “Nelle foto di Nadalini, vediamo però 90 mila persone a Bologna e più di un milione a Roma che si sono organizzate per dire no alla violenza. Allora questo vuol dire che ci può essere ancora speranza”. Le foto della mostra, come spiega lo stesso autore, sono state raccolte proprio per trattare un tema di cui oggi sui media non si parla più: la pace. “Sono partito dalle tante e troppe immagini di guerra, per rappresentare infine la pace”. Quella che più impressiona anche Nadalini, 65 anni, una vita da fotoreporter tra l’Unità e l’Espresso, rappresenta un ponte in Serbia, prima e dopo il crollo durante le guerre degli anni ’90 che portarono alla dissoluzione della Jugoslavia. Ed è una foto che colpisce anche monsignor Zuppi: “Queste foto della ex Jugoslavia di ieri sono quelle di Aleppo di oggi”, afferma col pensiero alla Siria. “Anche la pace è una lotta, un impegno”, prosegue l’arcivescovo. Pace o shalom, una parola che, come spiega invece il rabbino capo di Bologna, indica la completezza dell’individuo. “Pace non significa prendere posizione”, sottolinea De Paz, “ma dialogo e confronto tra popoli”. E non c’è pace se vengono sopraffatte le minoranze, aggiunge Lafram, ricordando anche che la diversità è un valore che deve essere custodito.

Saliera interviene sul tema delle disuguaglianze: “Perché siamo in guerra? Perché non riconosciamo noi stessi negli altri. Viviamo in una società dove il pane viene rincorso, conteso. Dobbiamo crearne una dove c’è pane per tutti, con meno disuguaglianze, meno paure, perché le paure sommate generano violenza”.
La mostra sarà visitabile fino alla fine di ottobre nella sede dell’Assemblea di Viale Aldo Moro 50.

La gallery dell’inaugurazione https://www.flickr.com/photos/redazioneassembler/sets/72157673545555445

 

Qualche foto della mostra:

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