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Commercio. Ok in Aula a proposta Misto-Si: colmare vuoto normativo che penalizza filiera cannabis light

“La Giunta si attivi a tutela di un comparto economico in piena evoluzione che in Italia conta circa 10 mila addetti, 15 mila punti vendita e oltre 3 mila ettari di canapa coltivati”. Sì di Pd, Misto, Si e M5s, contrari Lega, Fdi e Fi

La Giunta si attivi immediatamente in sede di Conferenza Stato Regioni per rafforzare azioni coerenti con l’articolo 8 della legge 242/2016 che promuove la coltivazione e la filiera agroindustriale della canapa, in particolare sollecitando la definizione della norma che definisca i massimi residui di THC negli alimenti nonché garantendo continuità e coerenza normativa alla filiera del prodotto (dalla coltivazione alla produzione alla commercializzazione), affinché non si producano contrasti giurisprudenziali il cui uso strumentale possa andare a detrimento di un comparto in rapida ascesa con forti prospettive occupazionali e ambientali. Lo chiedono il gruppo Misto (Silvia Prodi) e Sinistra italiana (Igor Taruffi e Yuri Torri) in una risoluzione che prende le mosse dal contrasto giurisprudenziale che ha portato al recente pronunciamento delle Sezioni unite della Cassazione, evidenziando un vuoto legislativo nella commercializzazione della cannabis light. L’atto d’indirizzo è stato approvato col voto favorevole di Pd, Silvia Prodi (Misto), Si e M5s, mentre hanno espresso voto contrario Ln, Fdi e Fi.

La legge 242/2016, all’articolo 8, – sha piega Silvia Prodi – prevede che le Regioni possano promuovere azioni di formazione in favore di coloro che operano nella filiera della canapa e diffondere, attraverso specifici canali informativi, la conoscenza delle proprietà della canapa e dei suoi utilizzi nel campo agronomico, agroindustriale, nutraceutico, della bioedilizia, della biocomponentistica e del confezionamento. Inoltre, – ha evidenziato la proponente – l’articolo 5 della stessa legge prevede che il ministro della Salute, con proprio decreto, entro sei mesi dall’entrata in vigore, definisca i livelli massimi di residui di THC ammessi negli alimenti. Il decreto, però – ha sottolineato la consigliera – non è ancora stato emanato. Di qui l’iniziativa finalizzata a impegnare l’esecutivo regionale affinché non si penalizzi un comparto economico in piena evoluzione che in Italia conta circa 10 mila addetti, 15 mila punti vendita e oltre 3 mila ettari di canapa coltivati (si stima che in Europa il fatturato sarà di 28 miliardi di euro entro il 2021).

Giulia Gibertoni (M5s) ha espresso sostegno alla richiesta in quanto consente di fare definitivamente chiarezza a supporto di una filiera produttiva e commerciale che potrebbe avere ulteriore sviluppo, con apprezzabili ricadute occupazionali.

(Luca Govoni)

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