Governo locale e legalità

Comuni Reggio Emilia. Progetto fusione Campegine, Gattatico e Sant’Ilario: Aula non esamina articolato

E’ passato all’unanimità l’odg per il “non passaggio all’esame dell’articolato”. Respinta a maggioranza risoluzione M5s

 

 

Sì unanime dell’Aula all’ordine del giorno che decreta il “non passaggio all’esame dell’articolato” del progetto di legge di fusione dei tre comuni reggiani di Campegine, Gattatico e Sant’Ilario d’Enza.

E’ così stato rispettato l’esito della consultazione popolare avvenuta lo scorso 16 ottobre, quando a Campegine è prevalso il ‘no’ alla fusione da parte del 75,16 per cento dei votanti (il 56,54 per cento degli aventi diritto) e a Gattatico il voto negativo del 64,08 per cento dei votanti (il 54,17 per cento degli aventi diritto), mentre a Sant’Ilario d’Enza ha vinto il ‘sì’, con una percentuale del 62, 8 per cento su un’affluenza pari al 42,01 degli aventi diritto.

Respinta una risoluzione del M5s, di cui è primo firmatario Andrea Bertani che l’ha presentata in Aula. Hanno votato a favore, oltre al gruppo proponente, Lega nord e Fdi-An, voto negativo di Pd e Sel.

In sintesi, il documento chiede che non siano approvati progetti di legge di fusione di comuni se non si sia registrato un orientamento favorevole in tutti quelli coinvolti. Il testo chiede quindi una modifica della legge regionale sul riordino territoriale, in modo tale per cui, se l’esito referendario fosse favorevole alla fusione solo in una parte dei comuni interessati, l’Assemblea possa procedere all’esame del progetto di legge di fusione limitato a questi ultimi. Altra richiesta – ribadita da Bertani – quella di favorire un’ampia partecipazione territoriale, incentivando l’impegno attivo di cittadini e associazioni fin dall’analisi di fattibilità e non solo nella fase conclusiva del referendum consultivo.

A illustrare il progetto di legge i due relatori, Yuri Torri (Sel) di maggioranza e Gabriele Delmonte (Ln) di minoranza.

Torri ha affermato di “aver sostenuto la fusione”, ma nella consapevolezza che in queste procedure non si possono fare forzature e che il “nostro ruolo prevede anche la capacità di ascoltare e rispettare la volontà popolare”. “Naturale conseguenza” di questa visione la decadenza del progetto di legge – aggiunge – pur con l’obiettivo di “continuare ad approfondire e a riflettere su modalità partecipative diverse”.

A parere di Delmonte, la campagna referendaria è stata “molto spinta e disinformante” e “basata soprattutto sull’aspetto economico”, anziché sulle “criticità emerse dagli studi di fattibilità” che “ho portato all’attenzione dei cittadini”: “gli elettori hanno capito e non si sono fatti comprare”. “Quando il ‘no’ prevale in modo così netto – conclude – occorre riflettere e prendere atto della sconfitta del modello partecipativo portato avanti dai fautori del ‘sì’”.

La risoluzione del M5s è stata sottoscritta anche da Raffaella Sensoli, Gian Luca Sassi, Giulia Gibertoni e Silvia Piccinini.

 

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)

 

 

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