L’impatto acustico dell’attività dell’aeroporto Marconi di Bologna è stato il tema al centro dell’audizione in commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro. Dai comitati è emersa la richiesta di evitare uno scalo cargo e di far nascere un coordinamento del sistema aeroportuale regionale.
I problemi provocati dal rumore, le soluzioni prese e quelle ipotizzate sono state descritte da Valentina Orioli, assessore a Nuova mobilità e infrastrutture del Comune di Bologna, da Claudio Mazzanti, presidente della commissione Mobilità e infrastrutture del Consiglio comunale di Bologna, da Federica Mazzoni presidente del Quartiere Navile, da Giampiero Falzone sindaco del Comune di Calderara, dalla Presidente Luciana Ribani dei comitati promotori della petizione popolare, dal rappresentante dei Comitati dei cittadini Paolo Serra e dalle puntualizzazioni dell’amministratore delegato dello scalo aeroportuale ‘Guglielmo Marconi’ Nazareno Ventola. È poi intervenuto anche l’assessore alle Infrastrutture e trasporti, Andrea Corsini.
GLI INTERVENTI. Luciana Ribani ha ricordato che la petizione risale al 2022 e che c’erano richieste già dal 2019: molti cittadini avevano sottolineato i disagi (fastidio e rumore) a causa dell’incremento dei voli sulla città. Si concordò uno studio, con Enac, per diminuire i sorvoli sulla città e su alcuni territori, fra i quali Navile, Bargellino, Corticella, Bolognina, parte di San Donato fino a Castelmaggiore. Un altro aspetto “riguarda le proposte avanzate dai comitato dei cittadini alle amministrazioni, a Enac ed Enav senza mai ottenere alcuna risposta. Le richieste comprendono 12 punti rilevanti. Chiediamo un’azione dell’amministrazione regionale verso il Parlamento per modificare la legge del 1997, obsoleta, che consideri gli aeroporti fortemente urbanizzati”. Un altro aspetto riguarda l’analisi precisa delle proposte di miglioramento e i voli notturni su Bologna “di cui abbiamo apprezzato l’iniziativa del sindaco”. Ribani ha poi sostenuto la necessità di “preservare alcune fasce orarie dove si incrementa traffico aereo, dalle 6 alle 8 di mattina, ma anche di avere una fascia di rispetto tra le 19 e le 23, perché si ha traffico fitto e fastidioso”. Soddisfazione, poi, per il Prit (Piano regionale integrato dei trasporti) che esclude Bologna come aeroporto cargo (lo prevede solo su Parma) e introduce il coordinamento del sistema aeroportuale regionale. E il piano nazionale del Marconi non prevede il traffico cargo”.
Paolo Serra, del Comitato per la compatibilità dell’aeroporto (Comcoper) ha riassunto la storia del comitato. “Oggi, invece di un coordinamento regionale – ha detto – ci sono quattro aeroporti che vanno per conto loro. La società di gestione di Parma perde 2-3 milioni ogni anno, mentre Forlì e Rimini sono arrivate anche al fallimento. L’ideale è una società unica regionale per far funzionare un sistema che oggi non funziona”. Anche Serra è rimasto colpito “dal Prit del 2020 che menziona Parma come scalo cargo. Nel piano nazionale aeroporti 2022 è previsto l’inserimento dell’Emilia-Romagna (e Bologna non è indicata come scalo cargo) nella rete regionale aeroportuale, ma la Regione non ha inviato le osservazioni”. Secondo il Comitato, nel 2009-2010 la media giornaliera dei movimenti era di 180; nel 2019, si è passati a 213 e i sorvoli sulla centralina che rileva il rumore sono balzati da 6 a 90, mediamente tutti i voli sono passati sulla città”. “Nel 2019 – quando i voli aerei erano 88, e superarono i 100-120 in estate – occupammo il cortile del Comune. Il sindaco Merola ricevette una “letteraccia” dei bambini delle scuole e convocò Enac ed Enav. Ci fu assicurato uno studio da concludere entro primavera per razionalizzare i voli e contenere quelli sulla città. Dopo la pausa dovuta al Covid, oggi i movimenti superano le medie del 2019″. Serra ha poi ricordato come il sindaco Lepore – “in particolare sul triangolo maledetto San Donnino, Corticella, Pescarola” – riuscì a ottenere l’eliminazione voli notturni e lo spostamento dello studio a settembre.
La presidente del Quartiere Navile, Federica Mazzoni, ha scandito come “il presupposto condiviso è che il patrimonio del sistema aeroportuale è indiscutibile. Occorre capire come renderlo compatibile con il sistema di sviluppo per la vivibilità della città. L’aeroporto è nel tessuto urbano e deve confrontarsi con diversi interessi, ma resta la porta di accesso alla città a livello internazionale. Durante il Covid, oltre 40mila residenti fra i più colpiti da annoyance (fastidio) e disturbi da umore hanno capito come si sta senza sorvoli. Dopo il Covid, però, sono saltate le regole e le istanze dei cittadini sono state poco considerate e si è registrato un aumento dei sorvoli. Siamo fiduciosi quando arriverà la virata anticipata a 520 piedi: non darà benefici duraturi ma è un tassello da accogliere con favore. Diciamo no a palliativi che spostano il rumore. Sul piatto vanno messe soluzioni. Sono anni che chiediamo di abbattere il numero dei voli notturni”.
L’Assessore a Nuova mobilità e infrastrutture del Comune di Bologna Valentina Orioli ha sottolineato come “è chiara l’importanza strategica dell’aeroporto, tuttavia occorre aver presente che il ‘Marconi’ è uno scalo urbano che impatta direttamente su oltre 40mila cittadini del quartiere Navile. Fino ad oggi l’operatività dell’aeroporto si è svolta nei limiti di legge ma è indubbio che esiste e persiste un problema di annoyance (fastidio) che deve essere risolto”. Orioli ha chiarito come il municipio bolognese da tempo lavora per migliorare la compatibilità tra aeroporto e città e le azioni si concentrano su tre filoni principali. “Innanzitutto -conclude Orioli- lo studio svolto dalla ASL di Bologna sull’impatto dello scalo felsineo sulla città che potrà diventare uno strumento di sorveglianza sanitaria insieme al lavoro svolto con alcuni consiglieri regionali sull’imposta per il rumore per interventi di mitigazione. Mentre si attende la sperimentazione per le nuove procedure di decollo e virata per il prossimo settembre, grazie alla collaborazione con ENAV ed ENAC, occorrerà comunque attenersi in maniera scrupolosa all’ordinanza che vieta il sorvolo della città nella fascia oraria 23-6”.
Anche il sindaco di Calderara di Reno, Giampiero Falzone, ha sottolineato come l’aeroporto ‘Marconi’ sia una risorsa per il territorio “ma questo deve integrarsi con tutto il territorio circostante in maniera equilibrata e non solo con una parte di esso”. Per il primo cittadino calderarese, il tema dell’aeroporto è di sostenibilità più generale “e questo ricomprende sia il rumore che la qualità dell’aria”. Molto netta poi la posizione critica rispetto alla trattazione nel rapporto tra scalo aeroportuale e territorio limitrofo. “Su alcuni articoli di stampa è comparsa più volte la lettura semplicistica di come il problema del rumore sia stato spostato da Bologna sulla località Bargellino. È vero che l’aeroporto è lo scalo di Bologna, ma sorge per la maggior parte della sua estensione sul territorio del comune che rappresento, quindi credo sia più che legittimo chiedere che il problema venga affrontato con un approccio globale e integrato con tutta l’area vasta interessata”.
Sulla stessa linea di Falzone anche Claudio Mazzanti, presidente della commissione Mobilità e infrastrutture del comune di Bologna, che vede una situazione molto chiara e definita. “Il problema dell’Aeroporto di Bologna – specifica Mazzanti – non riguarda più solo il quartiere Navile. Nella manifestazione di protesta svoltasi pochi giorni fa di fronte alla Camera di Commercio hanno infatti partecipato numerosi cittadini di Calderara, Castelmaggiore e San Donato, a testimonianza di una platea di cittadini scontenti molto più vasta di quella pur rilevante del quartiere Navile”. Per Mazzanti, due sono le linee di intervento in attesa del via alla sperimentazione delle nuove manovre di decollo del prossimo settembre: “aggiornare la zonizzazione acustica per valutazioni sempre più specifiche e puntuali e un’attenta valutazione dei flussi di traffico nel momento in cui ENAC invita a ragionare su poli trasportistici aerei di respiro regionale”.
Nazareno Ventola, amministratore delegato dell’aeroporto Marconi, ha poi puntualizzato come “l’aeroporto di Bologna operi completamente all’interno del panorama normativo vigente e che il masterplan votato dopo un lungo iter approvativo da una conferenza dei servizi a cui hanno partecipato tutti i territori e tutti gli stakeholders interessati, preveda un processo di sviluppo e crescita che porterà a raggiungere i 12 milioni di passeggeri entro il 2030″. Per quanto riguarda poi la riduzione del flusso di voli merci, il numero uno del ‘Marconi’ ha poi chiarito che “allo stato attuale non esiste alcun Piano Nazionale Aeroporti. Era un documento commissionato da un precedente governo su cui noi ci siamo espressi con trasparenza contro la proposta di togliere traffico cargo da Bologna ma che non è mai stato votato e men che meno attuato”. Sul capitolo dei sorvoli notturni, poi, i numeri di Ventola parlano di una chiara predominanza di operazioni verso Bargellino – su una media di 25 voli, 20 sono indirizzati sulla frazione del Comune di Calderara, mentre solo 5 sarebbero i sorvoli della città – “a conferma di una più generale operatività orientata per circa il 60% su Bargellino”.
LE DOMANDE DEI CONSIGLIERI REGIONALI. L’audizione ha suscitato numerose domande da parte dei consiglieri presenti in commissione. Giuseppe Paruolo (Pd) ha chiesto cosa osta a rispettare le indicazioni sul divieto ai voli notturni emersi in più occasioni (leggi regionali, studi, norme), mentre Daniele Marchetti (Lega) ha chiesto se non vi fosse già stato un confronto istituzionale prima di oggi, viste le diverse sfumature emerse. Dal canto suo Silvia Zamboni (Europa Verde) ha chiesto come si voglia operare per fa rispettare le fasce di divieto esistenti sui voli notturni e a che punto sia lo studio dell’Ausl sull’inquinamento dell’aeroporto, tema, quello degli studi di settore, su cui è intervenuta anche Marta Evangelisti (Fdi), che ha chiesto precise scansioni temporali sulle ricerche stesse e il punto a cui sono.
L’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini, ha evidenziato come “la compatibilità ambientale deve sposarsi con lo sviluppo dell’aeroporto. L’accordo con il Ministero è un passo importante. Così come lo è la disponibilità dell’aeroporto di Bologna a lavorare considerando le legittime aspettative dei residenti”. L’assessore – parlando dello sviluppo del sistema aeroportuale – ha “sgombrato il campo da ipotesi che portino a società uniche”.
(Luca Boccaletti, Gianfranco Salvatori)