Sostenere il settore cerealicolo dopo il crollo del prezzo del grano. Sono state presentate in Aula oggi tre risoluzioni sul tema: la prima di Tommaso Foti (Fdi-An) sulla tutela e il controllo della produzione, la seconda della Lega Nord sulla salvaguardia del made in Italy, la terza di Pd e Sel per il sostegno dell’intero comparto. E su quest’ultima sfodera percentuali la prima firmataria, Luciana Serri (Pd): “20% il calo del prezzo di grano tenero, 40% quello del grano duro” in un settore, quello cerealicolo, che “coinvolge quasi 20mila imprese” ed è “tra i più importanti della nostra regione, anche a livello nazionale”.
“Nonostante un leggero recupero nell’ultimo periodo- continua Serri- gli attuali prezzi di mercato non coprono i costi di produzione”. La consigliera sottolinea che la risoluzione punta all’ammodernamento del settore per il miglioramento delle caratteristiche tecnologiche della produzione e per la realizzazione delle strutture di stoccaggio atte a preservare la qualità del grano. L’obiettivo è anche quello di ridurre la volatilità dei prezzi e il gap tra domanda e offerta, venendo il più possibile incontro ai produttori e alle esigenze della filiera. La risoluzione invita inoltre la Giunta ad impegnarsi per promuovere gli accordi tra gli attori della filiera e garantire condizioni di stabilità nei rapporti commerciali.
Durante la discussione in aula interviene Andrea Bertani (M5s) per ricordare “di introdurre in etichetta l’indicazione di provenienza del grano”, tra i punti già presentati all’interno della risoluzione. Sì dunque da Pd, Sel e M5s, con Ln e Fdi astenuti, mentre la risoluzione presentata da Foti per intensificare i controlli fitosanitari sulle importazioni di grano all’estero e quella della Lega Nord non passano.
(Francesca Mezzadri)