COMUNICATO
Imprese lavoro e turismo

AGROALIMENTARE. TORRI (SEL): “PROTESTA PRODUTTORI CONTRO MULTINAZIONALE LACTALIS, REGIONE DIFENDA MADE IN ITALY CASEARIO”

Interrogazione alla Giunta: dall’acquisizione di Parmalat, nel 2011, da parte del gruppo francese, avrebbero chiuso 550 stalle nella sola Emilia-Romagna

Gruppo industriale francese, organizzato su scala multinazionale, Lactalis opera nel settore lattiero-caseario ed è caratterizzato da una forte presenza sul mercato italiano, a seguito di varie e importanti acquisizioni. Con “una politica industriale aggressiva”, scrive Yuri Torri (Sel) in una interrogazione alla Giunta, il gruppo transalpino ora detiene la quasi totalità dei marchi di primaria importanza in Italia, dal gruppo Galbani alla Vallelata, Invernizzi, Cademartori e Locatelli.

Torri richiama l’attenzione sulla denuncia partita dalla Coldiretti di Reggio Emilia, che sta manifestando davanti alla sede Lactalis insieme ad altre migliaia di persone provenienti da tutte le regioni d’Italia, con trattori e mucche al seguito, “contro le scelte della multinazionale, che attraverso l’importazione di latte dalI’estero, a costi inferiori, sottopaga il latte italiano imponendo agli allevatori le proprie condizioni e beffando così le istituzioni nazionali. Comportamento questo che provoca la chiusura delle stalle, con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti”.

Il consigliere interroga l’esecutivo regionale per sapere se nell’ambito delle proprie competenze, “intenda intraprendere qualche iniziativa a difesa del Made in ltaly caseario”. Chiede, inoltre, quali provvedimenti si intendano adottare “a tutela dei produttori di latte per salvaguardare i loro legittimi interessi di fronte alle scelte compiute da Lactalis”.

Torri ricorda come dall’acquisizione del gruppo Parmalat da parte della multinazionale francese, avvenuto nel 2011, “nella sola Emilia-Romagna, abbiano chiuso 550 stalle, mentre in Italia le stalle chiuse sono state 4000, oltre il 10% del totale”. La situazione si sarebbe ulteriormente aggravata nell’ultimo anno, “con la decisione unilaterale di ridurre del 20% i compensi riconosciuti agli allevatori che sono scesi a 34 centesimi al litro, al di sotto dei costi di produzione”, stimati fra i 38 e i 41 centesimi.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)

(rg)

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