“Chiarire le responsabilità di Comune e Regione nell’esondazione del torrente Ravone a Bologna durante l’alluvione del maggio 2023”.
Nell’interrogazione di Michele Facci (Misto), discussa nella commissione Territorio, Ambiente e Mobilità presieduta da Stefano Caliandro, il consigliere sottolinea “i numerosi interventi di manutenzione da parte delle autorità e dagli enti competenti, tra i quali la stessa Regione Emilia- Romagna, in attuazione degli obiettivi della pianificazione di bacino del distretto idrografico del fiume Po, gli ultimi dei quali contemplati nel Programma triennale 2022-2024 per la prevenzione del dissesto idrogeologico e sicurezza del territorio”.
Rifacendosi al potenziale rischio idraulico annesso ai corsi d’acqua minori che attraversano le zone urbane di uno studio di Arpae, Facci ricorda i danni che l’esondazione del Ravone (originatasi all’interno di un negozio in fase di ristrutturazione) produsse a Bologna nel maggio scorso con la chiusura per alcuni giorni di un’importante arteria cittadina. Secondo la relazione dei Vigili del Fuoco citata nell’interrogazione, il rischio idraulico sarebbe stato acuito da un restringimento parziale della sezione di deflusso e per la presenza di una significativa quantità di detriti quali ramaglie, sterpaglie e terreno. Interpellata sul tema dallo stesso Facci nel recente passato, la giunta dichiarava di attendere il giudizio tecnico del Tribunale delle Acque chiamato ad accertare le cause dell’esondazione.
Facci ha citato alcuni articoli di stampa usciti nei giorni scorsi che hanno comunicato la conclusione dei lavori da parte del Tribunale, che avrebbe espresso una valutazione tecnica di responsabilità a carico di Regione e Comune di Bologna e per questo il consigliere chiede la conferma di quanto pubblicato rimarcando che “se le notizie diffuse dovessero rispondere a verità, non solo saremmo in presenza di una responsabilità della Regione, ma anche le ripetute affermazioni circa l’omessa manutenzione da parte del proprietario immobiliare risulterebbero prive di fondamento giuridico”.
In fase di risposta il Sottosegretario alla presidenza di giunta Davide Baruffi ha chiarito che “la perizia con cui si è chiuso il procedimento del Tribunale delle Acque di Firenze ha rimarcato una serie di concause alla base di quanto accaduto, non rilevando però alcuna responsabilità giuridica perchè i soggetti danneggiati non si sono ancora attivati in tal senso. Nell’estate scorsa, poi, il Comune di Bologna ha proceduto sistemando il tombamento sfondato e rimuovendo i puntelli sotterranei che impedivano il deflusso del materiale”.
Facci si è quindi detto non soddisfatto della risposta. Citando la relazione tecnica in suo possesso il consigliere ha contestato la ricostruzione fornita dal Sottosegretario in quanto “sono stati omessi una serie di passaggi che riconoscono in capo alla Regione una parte di responsabilità: in particolare si tratta della mancata prosecuzione della azioni nei confronti del Comune di Bologna per la rimozione dei puntelli e per la manutenzione del torrente Ravone nel tratto a monte dello sfondamento”. Per Facci “preoccupa la superficialità mostrata dalla Regione ogni volta che emergono casi come questo che fanno riferimento ad una evidente assenza di controlli”.
(Luca Boccaletti)