COMUNICATO
Assemblea

Ambiente Bologna. Zamboni (Europa Verde) lancia l’allarme su possibile discarica a Castello di Serravalle

La consigliere chiede chiarezza su un progetto che riguarderebbe la gestione di rifiuti contenenti amianto che dovrebbe essere realizzata nell’Appennino bolognese

La Regione faccia chiarezza sulle ipotesi di realizzazione di una discarica in località Castello di Serravalle, nell’Appennino bolognese nel Comune di Valsamoggia. A chiederlo, in un’interrogazione, è la consigliera Silvia Zamboni (Europa Verde), che riporta come il progetto preveda la realizzazione di un “parco tecnologico” per la gestione dei rifiuti contenenti amianto. Dalla descrizione degli interventi- sottolinea la consigliera, si ricava che il fatto predominante sarà la realizzazione di una discarica operativa per almeno 9 anni mentre la ‘parte tecnologica’ sarà rappresentata da un impianto sperimentale per il trattamento dei rifiuti contenenti amianto di durata preventivata di soli 2 anni”. Zamboni sottolinea anche come “da quanto si apprende dai quotidiani locali, sia i cittadini sia la totalità delle forze politiche di quei luoghi sarebbero contrari all’apertura di una discarica, in quanto temono il sorgere di numerosi disagi che questo tipo di attività comporterebbe (rumore, traffico, cattivi odori, ecc.)”. Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “se non ritenga incompatibile con le norme di tutela ambientale la scelta del sito nel quale dovrebbe sorgere il ‘Parco tecnologico per la gestione dei rifiuti contenenti amianto’, dal momento che la parte di ingresso all’area impiantistica ricade, da quanto si legge nelle carte progettuali, in una zona soggetta a tutela; quali siano le opzioni alternative di localizzazione proposte, esaminate e poi scartate nel corso dell’iter che ha portato a considerare l’attuale opzione progettuale come l’unica possibile; quali siano le tipologie dei rifiuti, oltre a quelli contenenti amianto, per le quali si richiede l’autorizzazione allo smaltimento, specificandone per maggiore chiarezza i codici EER (elenco europeo rifiuti)”. Dato che l’impianto si configura come dedicato prevalentemente all’attività di smaltimento rifiuti (discarica), Silvia Zamboni, chiede se “non si ritenga più corretto cambiare il nome del progetto ‘Parco tecnologico per la gestione dei rifiuti contenenti amianto’ depositato a VIA in modo tale da garantire un’informazione trasparente a beneficio dei cittadini sulle finalità reali dello stesso, nonché sulla sua durata (almeno 9 anni l’attività di discarica, 2 anni la sperimentazione di laboratorio)”. “

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