La Regione renda più facili le procedure per la realizzazione di nuovi boschi nelle aree di pianura. In particolare, riveda le modalità di attuazione dell’Azione B del programma “Mettiamo radici per il futuro” superando i bandi per gli enti locali e incentivando proposte per la messa a dimora di nuovi alberi. È la proposta presentata da Paolo Burani (Alleanza Verdi Sinistra) in una risoluzione che sollecita l’adozione di una procedura semplificata di adesione che preveda il finanziamento diretto degli interventi fino a 35mila euro la piantumazione di almeno 600 esemplari per ettaro e l’obbligo per i soggetti richiedenti di monitorare l’attecchimento e la gestione colturale per un periodo minimo di quattro anni. Burani chiede inoltre di valutare l’attivazione di una collaborazione con Anci Emilia-Romagna o altri soggetti qualificati, finalizzata a supportare gli enti locali nell’individuazione di aree idonee per la forestazione.
“Con il programma ‘Mettiamo radici per il futuro’, avviato nel 2020, la Regione Emilia-Romagna si è data l’obiettivo di piantare 4,5 milioni di alberi entro la primavera 2026, uno per ogni abitante della regione, in coerenza con gli impegni assunti a livello europeo e nazionale per la neutralità climatica, la tutela della biodiversità e il miglioramento della qualità dell’aria” ha ricordato il consigliere per poi precisare che il programma si articola in tre azioni: “Azione A, distribuzione gratuita di piante a cittadini e associazioni tramite vivai accreditati (obiettivo 2,5 milioni di piante); Azione B realizzazione di nuovi boschi, corridoi ecologici e sistemi agroforestali da parte di enti pubblici e imprese non agricole (obiettivo 1 milione di piante); Azione C interventi compensativi e di riqualificazione paesaggistica in collaborazione pubblico-privato (obiettivo 1 milione di piante). al dicembre 2024 sono state messe a dimora complessivamente 3.258.592 piante”.
“L’Azione A – ha proseguito Burani – ha già superato il proprio obiettivo, con 2.697.488 piante distribuite a fronte di un investimento di circa 6,4 milioni di euro, dimostrando l’efficacia di un modello basato sulla gratuità del materiale vegetale e sulla semplificazione delle procedure. Al contrario, l’Azione B presenta gravi criticità di efficacia ed efficienza: a fronte di un investimento di oltre 2,5 milioni di euro, sono state piantate solo 118.081 piante, con un costo medio per pianta superiore di oltre il 300% rispetto all’Azione A”.
Per queste ragioni, e per concretizzare l’Azione B il consigliere ha presentato la risoluzione in cui chiede di “rendere disponibile, in via prioritaria e gratuita, il materiale vegetale prodotto dai vivai forestali regionali ai soggetti beneficiari dell’Azione B, al fine di valorizzare la vivaistica pubblica e garantire l’utilizzo di specie autoctone e certificate, e presentare, entro febbraio 2026, alla competente commissione consiliare una relazione sull’attuazione delle nuove modalità operative dell’Azione B, corredata da indicatori di performance chiari, tra cui: superficie boschiva proposta, densità media di impianto piante/ettaro) e numero e tipologia degli enti coinvolti”.
“Occorre definire – ha concluso Burani – un ulteriore piano di potenziamento produttivo dei vivai forestali regionali, per potenziare la distribuzione gratuita di piante autoctone e promuovere percorsi informativi e campagne di comunicazione rivolti sia agli enti locali che ai privati, per valorizzare e diffondere la conoscenza delle nuove modalità operative dell’Azione B e favorirne una partecipazione efficace e consapevole”.
(Lucia Paci)


