Intervenire sui ritardi nel ritiro degli pneumatici usati.
Con un’interpellanza Marta Evangelisti (prima firmataria) e Giancarlo Tagliaferri, di Fratelli d’Italia, chiedono alla Regione i motivi dei ritardi nel recupero e smaltimento degli pneumatici usati.
“In base a segnalazioni, risulterebbe che il ritiro di pneumatici usati da parte dei Consorzi dedicati abbia un arretrato di parecchi mesi. L’enorme arretrato di ritiro starebbe creando problemi alle officine dedicate, in quanto starebbe generando un accumularsi di materiale che, se soggetto a incendio, procurerebbe un danno ambientale importante. I consiglieri ricordano, infatti, che “gli pneumatici usati sono rifiuti pericolosi e devono seguire specifici percorsi per il recupero”.
Alla luce di quanto descritto, Evangelisti e Tagliaferri chiedono alla giunta “se non ritenga opportuno, di concerto con i Comuni o ANCI, verificare lo stato dei ritiri degli penumatici usati; se il ritardo sia derivato da problemi dei consorzi di recupero o se sia da attribuire ai centri di smaltimento; se vi sia un ruolo attivo di ARPAE e, nel caso, quale sia; se esista un sistema di tracciamento che indichi ritiri e ritardi”.
Irene Priolo, Assessora all’ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile ha risposto specificando che “si tratta di rifiuti speciali non pericolosi e ARPAE non ha alcun ruolo nel processo di ritiro o gestione degli pneumatici ma compiti di monitoraggio. Siamo in presenza di rifiuti soggetti al regime di responsabilità estesa del produttore e la normativa di riferimento individua le misure volte ad assicurare che ai produttori spetti la responsabilità finanziaria e organizzativa della gestione della fase del ciclo di vita in cui il prodotto diventa rifiuto. Non è nella responsabilità della Regione effettuare correzioni nelle normative; sono state comunque rivolte sollecitazioni sia al Ministero che al principale consorzio”.
La consigliera Marta Evangelisti si è ritenuta non soddisfatta: “Siamo consapevoli si tratti di una normativa nazionale. Sono rifiuti non pericolosi giuridicamente, ma non nei fatti. Il quadro normativo lo conosciamo e ci siamo comunque attivati nelle sedi preposte. Nel 2021, c’era stato un impegno della Regione a monitorare il fenomeno attraverso strategie di controllo e, aggiungiamo noi, di concerto con altre regioni. Sicuramente la competenza normativa è in capo allo Stato, ma le Regioni dovrebbero risolvere i problemi dei cittadini e delle attività economiche”.
(Giorgia Tisselli)
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