COMUNICATO
Ambiente e territorio

Ambiente Ferrara. Incendio Kastamonu a Codigoro, Alleva (AltraER): “Verificare la salubrità del territorio”/ foto

Il consigliere, con un’interrogazione, sollecita la tutela della salute dei cittadini e delle produzioni agricole, oltre a individuare eventuali responsabilità dell’azienda

L’incendio divampato lo scorso luglio alla ditta Kastamonu Italia di Codigoro (Ferrara) al centro di un’interrogazione di Piergiovanni Alleva di Altra Emilia Romagna. Anche alla luce delle segnalazioni degli abitanti del luogo, che ravvisano ancora odori malsani a distanza di oltre un mese, il consigliere regionale chiede alla giunta di intervenire a tutela della salute dei cittadini e delle produzioni agricole, verificando con cura che sia ristabilita la salubrità del territorio interessato dal rogo. L’incendio risale al 14 luglio scorso quando il materiale accatastato nel piazzale antistante alla ditta (circa 20.000 tonnellate) ha preso fuoco, divampando per diversi giorni, nonostante l’impegno dei vigili del fuoco e dei dipendenti della ditta stessa. La popolazione ha avvertito subito fumi irritanti e maleodoranti, così Arpae e Usl di Ferrara hanno eseguito controlli sull’aria per verificare la presenza di agenti inquinanti.

Dalle rilevazioni- si legge nell’atto ispettivo- è emersa la presenza di alcune sostanze nocive per la salute, la cui concentrazione è andata scemando progressivamente. “Nella zona interessata dalle esalazioni dell’incendio è sita la ditta Conserve Italia- fa notare Alleva- che nel periodo estivo occupa 1.300 lavoratori nella trasformazione di prodotti alimentari come il pomodoro, inoltre sono presenti anche braccianti agricoli degli appezzamenti di terreno vicini e i centri solari estivi dei bambini”. Il consigliere di Altra Emilia Romagna sottolinea anche come per giorni a seguito dell’incendio, i dipendenti abbiano continuato a lavorare al chiuso dello stabilimento esposti ai miasmi, accusando irritazioni, e come la zona sia molto vicina a Comacchio, alla riserva naturale di Bosco Mesola e all’Abbazia di Pomposa.

“Non sono state prese misure- rimarca Alleva per mettere in sicurezza i lavoratori e non si è accertato se le esalazioni abbiano compromesso la lavorazione degli alimenti che verranno poi messi in vendita nella grande distribuzione. Inoltre i rilievi eseguiti hanno riguardato solamente la qualità dell’aria, non verificando appunto lo stato del terreno, delle colture e delle acque”. Per questo il consigliere regionale chiede alla giunta di “intervenire per chiarire se si sia operato con il massimo scrupolo a tutela della salute dei cittadini, dell’ambiente e della produzione agricola”e “di verificare che sia ristabilita appieno la salubrità del territorio interessato dall’incendio”. Invita l’esecutivo regionale ad “accertare eventuali responsabilità e omissioni, che potrebbero aver messo a rischio persone e ambiente”, “quale sia l’origine dell’incendio e se sia stato causato da irregolarità o incuria”.

(Giulia Paltrinieri)

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