Perché si è scelto di classificare nuclei abitati, quartieri di città o centri urbani come Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC)?
A chiederlo, in un’interrogazione, è Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che ricostruisce il quadro normativo delle ultime scelte in materia e un elenco delle zone in cui queste potrebbero creare problemi alla tutela della fauna.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “quali siano i criteri che hanno ispirato la scelta di classificare nuclei abitati, quartieri di città o centri urbani come Zone di Ripopolamento e Cattura e in quali modi verranno perseguiti gli scopi che sottendono alla creazione delle ZRC all’interno di quartieri o di centri urbani”.
Gibertoni vuole inoltre sapere “come sia computata la quota del 20-30% del territorio destinato a protezione della fauna selvatica ai sensi della competente legge del 1992, ovvero perché sia significativo in detto conteggio inserire anche nuclei abitati, quartieri e centri urbani, quali ad esempio l’intera parte del Centro storico di Reggio Emilia a Sud della via Emilia, i quartieri di Reggio Emilia posti a Sud Est e Sud Ovest del Centro storico, l’intero abitato di Cavriago, o la città di Montecchio, se è vero, come dichiarato dall’Assessore Mammi, che in detto computo non entra il territorio non agrosilvopastorale, e sul fatto che i Centri storici non lo siano al momento non parrebbero esserci molti dubbi”.
Tra le richieste avanzate c’è anche quella per essere informata “su quali siano le cartografie ed i metodi utilizzati per determinare la SASP, quando raffrontando ad esempio la Carta dell’Uso del Suolo di dettaglio della Regione Emilia-Romagna, le percentuali sopra evidenziate di SASP rispetto alla ZRC individuata non sembrerebbero del tutto congruenti, ma stimate per eccesso”.
(Luca Molinari)