Dare concretamente seguito alla specifica risoluzione approvata dall’Assemblea legislativa dieci anni fa e “a non distrarre finanziamenti, provenienti dal bilancio regionale e, quindi, dalle tasse di tutti i cittadini, in ricerche di alcun tipo e in associazione con soggetti, sia pubblici che privati, sull’energia nucleare”.
Lo chiede Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) con un’interrogazione scritta rivolta alla Giunta in cui denuncia la prosecuzione delle attività di ricerca in campi diversi da quello medico e dalle attività di “decommissioning” legate allo smantellamento della centrale nucleare di Caorso nel piacentino.
Nello specifico, la capogruppo, ricordando il risultato del referendum contro il nucleare del 2011, pone al centro dell’attenzione la disponibilità già manifestata nel 2018 per finanziare il Centro Enea del Brasimone nell’ospitare un reattore sperimentale a fusione, nell’ambito di una collaborazione internazionale tra Europa, Giappone, Usa, Russia, India, Cina e Corea.
Nonostante il progetto sia stato poi indirizzato al Centro di Frascati, Gibertoni denuncia l’attività di ricerca in ambito nucleare, così come evidenziato dalla pagina web di Enea dedicata al Centro dell’appennino bolognese in cui si specifica che “il Centro del Brasimone è uno dei maggiori centri di ricerca a livello nazionale e internazionale dedicato allo studio e allo sviluppo delle tecnologie nei settori della fissione di quarta generazione e fusione nucleare a confinamento magnetico”.
Per Gibertoni, quindi, l’attività di ricerca attualmente finanziata sul nucleare altro non è se non uno “spreco di denaro pubblico in una sorta di pozzo senza fondo e a favore di una lobby nucleare, di cui è esponente anche l’attuale ministro della Transizione ecologica”, a cui partecipa anche la nostra Regione attraverso il mantenimento del Centro di ricerca del Brasimone il cui fine dichiarato è lo “sviluppo delle tecnologie nei settori della fissione di quarta generazione e fusione nucleare a confinamento magnetico”.
(Luca Boccaletti)