COMUNICATO
Ambiente e territorio

Ambiente. Gibertoni (Misto): rivedere regole caccia in aree contigue a Delta del Po

“L’elevata densità di appostamenti e la caccia aperta quattro giorni su sette, da ottobre a febbraio, rende le piallasse ravennati un luogo di fatto inospitale per l’avifauna acquatica. Nelle Valli di Comacchio, inoltre, le zone di maggiore valore ecologico e quindi più utilizzate dall’avifauna risultano aree di caccia e solo la porzione di Valle Fossa di Porto è interdetta alla caccia”

La Giunta cambi la propria delibera in merito all’attività venatoria nelle aree contigue al Parco del Delta del Po, al fine di preservare meglio la fauna.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che ricorda come “nell’analisi del Regolamento, svolta all’interno del parere di ISPRA, non solo vengono evidenziati con rigore scientifico i punti del Regolamento poco chiari, contraddittori, carenti o in violazione della legislazione vigente o delle direttive comunitarie e delle convenzioni internazionali, ma vengono anche fornite proposte operative di modifica”.

Da qui, dopo una puntuale analisi dei problemi e delle possibili soluzioni, l’atto ispettivo per sapere dalla Giunta “se non ritenga necessario rivedere la delibera di Giunta regionale del 24 agosto scorso, con cui si approva il regolamento di settore per l’attività venatoria nelle aree contigue del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, alla luce e sulla base del parere contenuto nella nota di ISPRA del 9 settembre 2021, che così si conclude: ‘In definitiva, sulla base dei contenuti del Regolamento, degli allegati e delle informazioni disponibili, si può ritenere che la nuova regolamentazione inerente la gestione venatoria delle aree contigue del Parco regionale del Delta del Po nel periodo 2021-2026 non contenga elementi di discontinuità rispetto alla passata gestione e che le misure previste non possono determinare un significativo decremento della pressione venatoria diretta e indiretta. Questo comporta il perdurare di effetti negativi per la conservazione degli habitat delle specie ornitiche di interesse venabile e protette che non consentiranno di apprezzare le potenzialità del territorio oggetto di gestione. Si nota altresì la mancanza di contenuti tecnico scientifici a sostegno delle misure previste e si rileva la sensazione – peraltro dichiarata dai redattori – che obiettivo del regolamento sia il mantenimento dello status quo minimizzando le ricadute sociali e i potenziali conflitti locali. Ciò, purtroppo, va a scapito dell’attuazione di interventi efficaci finalizzati al miglioramento della conservazione e della tutela delle popolazioni di uccelli selvatici in una porzione molto rilevante del Parco’”.

(Luca Molinari)

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