COMUNICATO
Ambiente e territorio

Ambiente. La grotta più profonda e quella più lunga al mondo nei Gessi emiliano-romagnoli: “Siano patrimonio Unesco”/ foto

In commissione l’illustrazione della candidatura a patrimonio mondiale dell’Umanità. Rontini-Poli (Pd): Sarà un traino per il turismo

C’è la grotta in gesso più profonda al mondo, 265 metri nel monte Caldina (in provincia di Reggio Emilia). C’è quella, sempre in gesso, più lunga della terra, la grotta Spipola, nel complesso dei Gessi bolognesi, che misura 12 chilometri. E’ il primo sito carsico, nel suo insieme, studiato nella storia: le università di Bologna e Modena ne parlavano già nel 1648 con i lavori del naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi. Ed è composto da più di 700 grotte. Sono queste alcune delle caratteristiche che rendono “eccezionale” la candidatura a patrimonio mondiale dell’Unesco dei gessi e delle grotte carsiche dell’Emilia-Romagna. Candidatura illustrata oggi da Massimiliano Costa, direttore dell’Ente Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola e coordinatore della candidatura, e dall’assessore Paola Gazzolo durante la seduta della commissione Ambiente, presieduta da Manuela Rontini.

Grotte e carsismo evaporitico dell’Emilia-Romagna è il titolo del progetto che ha già ottenuto l’accesso alla tentative list nazionale, la lista da cui lo Stato pesca il progetto da portare a Parigi per il riconoscimento a patrimonio mondiale dell’umanità e che viene aggiornata ogni dieci anni. “In pratica- ha spiegato Costa- non dobbiamo essere per forza pescati per la selezione dell’Unesco del 2020 ma possono esserci più possibilità. C’è comunque grande interesse per questa candidatura, visto che all’interno dei siti Unesco non esiste una zona simile. Sono infatti 50 i siti carsici inseriti tra i patrimoni mondiali dell’umanità ma nessuno di questo è composta da rocce evaporitiche”.

La candidatura coinvolge varie aree carsiche gessose che si estendono dall’Appennino reggiano fino al faentino, passando per quello bolognese. C’è la zona dei gessi triassici dell’Alta val Secchia (Reggio Emilia), che fa parte del parco nazionale dell’Appennino Tosco-emiliano, c’è quella dei Gessi Bolognesi – Gortani nella zona di Casalecchio di Reno, quella dei Gessi Bolognesi della zona di San Lazzaro, entrambi all’interno del parco dei gessi bolognesi e calanche della badessa, e infine quella della vena del gesso Romagnola all’interno del parco regionale omonimo.

“Siamo in una fase già avanzata della candidatura- ha illustrato l’assessore all’Ambiente Gazzolo- e siamo alla vigilia di tappe fondamentali. Entro giugno 2019 consegneremo al Ministero la bozza della candidatura. Entro dicembre 2019 ci sarà la versione definitiva per essere pronti per il 2020”. La titolare dell’Ambiente ha poi annunciato: “Stiamo predisponendo un protocollo d’intesa istituzionale tra tutti gli enti e i territori coinvolti. Presto lo delibereremo in Giunta. E invito anche tutti gli attori coinvolti a fare lo stesso”. In pratica il protocollo d’intesa servirà per sostenere e supportare in ogni sua fase la candidatura, costituire un comitato istituzionale, collaborare al fine di promuovere sui territori azioni, progetti, programmi e strategie per lo sviluppo di varie tematiche: la difesa dell’equilibrio ambientale e la tutela degli ecosistemi, la protezione e conservazione dei geositi, la valorizzazione degli aspetti storici, culturali, sociali e archeologici, l’educazione ambientale della popolazione e lo sviluppo sostenibile del territorio.

Gli enti coinvolti sono: la Regione Emilia-Romagna, il parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, l’ente di gestione per i parchi e la biodiversità romagna, l’ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia Orientale, le province di Reggio Emilia e Ravenna, la città metropolitana di Bologna, l’Unione montana dei comuni dell’Appennino reggiano, il nuovo circondario Imolese, l’unione dei comuni della Romagna Faentina, l’Unione dei comuni Valle Savena e Idice, i comuni di Castelnovo ne’ Monti, Ventasso, Minozzo, Borgo Tossiniano, Brisighella, Casalfiumanese, Casola Valsenio, Fontanelice, Rilo Terme, Pianoro, San Lazzaro, Zola Predosa.

“Il perseguimento di questo obiettivo- ha sottolineato Roberto Poli del Partito democratico- costituisce un elemento di valore aggiunto per il territorio. Molto è stato fatto ma tanto ancora può essere fatto. Questa candidatura può rappresentare un traino economico per i tutto il territorio”. Parole a cui hanno fatto eco quelle della presidente della Commissione Manuela Rontini: “Mi auguro che questa candidatura vada a buon fine- ha rimarcato- perché sarà sicuramente un traino per il turismo. Importante anche arrivare la definizione del protocollo d’intesa. Alcuni Comuni hanno già approvato ordini del giorno per definire una strategia unitaria”.

(Andrea Perini)

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