Il progetto per la realizzazione di un biodigestore nell’area industriale ex Kermar, a Concordia sulla Secchia, in provincia di Modena, presentato dall’azienda BIOBIMAT srl all’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpae) è oggetto di un’interpellanza presentata in Regione da Giulia Gibertoni (M5s), preoccupata per l’impatto ambientale dell’impianto.
Sulla base del progetto – evidenzia la consigliera – la biomassa conferita all’impianto sarebbe di circa 80mila tonnellate annue di frazione organica del rifiuto solido urbano (cosiddetto Forsu) e di 20mila tonnellate annue di sfalci e potature (cosiddetto verde). La matrice organica – spiega la pentastellata – verrebbe avviata ai digestori dai quali si otterrebbe biogas successivamente purificato a biometano per l’immissione nella rete del gas naturale e il digestato solido verrebbe utilizzato nella miscela per la preparazione di un compost misto in associazione con sfalci e potature. La produttività annua attesa – sottolinea l’esponente 5 stelle – sarebbe di circa 7 milioni di metri cubi di metano e di circa 20mila tonnellate di compost. “L’impatto ambientale del biodigestore- rimarca Gibertoni- sarebbe determinato dalle emissioni in atmosfera, anche maleodoranti, dal rumore e dal traffico dei mezzi pesanti”.
Oltre all’impianto di Concordia – riporta la consigliera nell’atto ispettivo – sul territorio regionale è già stato autorizzato ed è in costruzione, a Sant’Agata Bolognese, un impianto di Hera per il trattamento di circa 100mila tonnellate annue di rifiuto umido derivanti dalla frazione organica del rifiuto urbano proveniente da raccolta differenziata (Forsu) e di ulteriori 35mila tonnellate annue di rifiuto umido di tipo lignocellulosico (verde). Inoltre, un altro impianto simile, questa volta della multiutility Iren, è in fase di autorizzazione a Gavassa, frazione di Reggio Emilia, per 100mila tonnellate/anno di Forsu e 67mila tonnellate/anno di rifiuto lignocellulosico. Infine – rileva la pentastellata – “nel 2016 la raccolta differenziata di umido (Forsu) in Emilia-Romagna è stata di circa 277mila tonnellate, quindi ben al di sotto del fabbisogno di questi tre biodigestori, cui, peraltro, si affiancano altri impianti analoghi di dimensioni medio-piccole”.
Di qui l’iniziativa di Giulia Gibertoni, che chiede alla Giunta “se abbia intenzione di trasformare il territorio regionale in polo nazionale di trattamento dei rifiuti e, quindi, se ritenga utile e necessaria la realizzazione a Concordia sulla Secchia del biodigestore, specificando quali finanziamenti e incentivi pubblici potrà ottenere l’impianto una volta ultimato e quale sia il quadro economico del progetto”. Infine, l’esponente 5 stelle domanda all’esecutivo regionale “se non ritenga opportuno affidare ad Arpae un approfondimento che possa portare a una serie di prescrizioni a carico dell’azienda proponente quali la creazione di rete pubblica di monitoraggio e controllo delle emissioni, la realizzazione di opere di mitigazione ambientale e l’istituzione di una commissione permanente per il controllo del corretto funzionamento dell’impianto”.
(Luca Govoni)