Nel mirino di Giulia Gibertoni del Movimento Cinque Stelle la scelta di autorizzare il reperimento dal Veneto di materiale per l’alimentazione della centrale termoelettrica a biomasse di Finale Emilia, nel modenese. La pentastellata ha presentato un’interpellanza puntando il dito contro le ripercussioni sull’economia locale, la qualità dell’aria, l’aumento di traffico di mezzi pesanti, oltre al danno economico per i fornitori locali di materie prime: “Quando si inizierà a bruciare cippato proveniente da fuori regione e quali controlli saranno effettuati? Il materiale legnoso non può essere smaltito in Veneto?”
L’assessore regionale Emma Petitti ha spiegato che la società Sanmarco Bioenergie ha ritirato materiale dal Veneto per una quantitativo di 1.647 tonnellate, pari al 1,29% del fabbisogno anno di biomassa della centrale finalese: “La centrale ha accettato di acquistare il materiale da Triveneto, senza un vantaggio economico, dopo il disastro causato dalla tempesta Vaia, perché il prolungato stazionamento degli alberi abbattuti nel bosco dopo la tromba d’aria avrebbe innalzato esponenzialmente il rischio di problematiche fitosanitarie”. L’assessore ha assicurato che sono previsti controlli e monitoraggi sulla certificazione di provenienza e tracciabilità del materiale legnoso, che le emissioni della centrale rimarranno invariate e che il passaggio di camion non comporterà un peggioramento della qualità dell’aria.
“Siamo su posizioni diverse- ha ribadito Gibertoni- e non è in nome della solidarietà che si può creare uno svantaggio per i cittadini modenesi. La pianura padana vive una soluzione emergenziale, non è un luogo come gli altri, e questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Prima di tutto bisogna tutelare la salute dei cittadini”.
(Giulia Paltrinieri)