Discussa in Aula un’interpellanza di Giulia Gibertoni (M5s) che, prendendo spunto dall’incendio divampato a Finale Emilia, nel modenese, il 6 settembre scorso, quando un fulmine ha colpito cumuli di rotoballe provocando un rogo devastante, chiede alla Giunta regionale “di aumentare il numero delle centraline di rilevamento della qualità dell’aria nei centri urbani della provincia di Modena, in particolare nell’area di pianura, visto che a Finale Emilia l’unica centralina fissa a distanza utile dal luogo dell’incendio era guasta in quel momento”.
All’interpellanza risponde l’assessore Emma Petitti che ricorda come la rete regionale delle centraline sia stata realizzata in ottemperanza della normativa nazionale a cui è stato aggiunto un sistema di ulteriori 47 centrali predisposto da Arpae. Oltre alle stazioni fisse – aggiunge l’assessore – fanno parte della rete di monitoraggio della qualità dell’aria di Modena anche un laboratorio mobile e un’unità mobile dedicati a campagne di monitoraggio, della durata di circa un mese ciascuna, realizzate su richiesta dei 47 comuni della provincia. L’installazione di nuove centraline, pertanto, – conclude l’esponente della Giunta – appare superfluo e, per di più, in contrasto con la normativa nazionale, che, ai fini della valutazione della qualità dell’aria, stabilisce il rispetto dei criteri di efficienza, efficacia ed economicità, con conseguente necessità di evitare l’inutile eccesso di stazioni di misurazione.
Giulia Gibertoni obietta che di fronte a una situazione emergenziale come il livello d’inquinamento nella nostra regione, e più in generale nella Pianura padana, sia poco lungimirante non potenziare il sistema di monitoraggio della qualità dell’aria, peraltro appellandosi al rispetto formale dei criteri stabiliti dalla normativa nazionale.
(Luca Govoni)