In che modo giustifica la Giunta regionale, sia dal punto di vista del rispetto dell’autonomia decisionale dei territori in materia ambientale, che da quello della stretta legittimità, il proprio indirizzo di far smaltire i rifiuti solidi urbani della provincia di Reggio Emilia nel termovalorizzatore di Ugozzolo a Parma, dato che tale indirizzo “è in contrasto sia con le richieste delle istituzioni del territorio, sia con la prescrizione autorizzatoria dello stesso impianto, per cui non vi possono essere conferiti rifiuti di provenienza extra provinciale”?
Lo chiede il consigliere Fabio Rainieri (Lega nord) in un’interrogazione, in cui segnala che “nel 2015 sia il Consiglio comunale di Parma, sia l’assemblea dei sindaci della Provincia di Parma hanno chiesto il rispetto delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione al funzionamento dello stesso termovalorizzatore, per cui la capacità di smaltimento rifiuti non può superare le 130.000 tonnellate all’anno e non possono esservi conferiti rifiuti da fuori provincia né solidi urbani, né speciali”.
“La Provincia di Parma- spiega- ha diffidato la multiutility che gestisce l’impianto di Ugozzolo a non utilizzare rifiuti sia urbani che speciali di provenienza extra provinciale, vincendo i ricorsi fatti dalla multiutility sia al Tar che al Consiglio di Stato, ma “ad oggi il limite delle 130.000 ton/anno sarebbe stato raggiunto grazie al conferimento nell’impianto di rifiuti speciali extra provinciali oltre a quelli speciali e solidi urbani provinciali”.
Rainieri, a questo proposito, vuole sapere se corrisponda al vero che Iren ha continuato a conferire rifiuti speciali extra provinciali nel termovalorizzatore di Parma per raggiungere il limite delle 130.000 tonnellate all’anno, nonostante la diffida della Provincia.
“Se si vuole continuare a far rispettare tale limite di conferimento all’impianto,- prosegue il consigliere- i rifiuti solidi urbani di Reggio Emilia e di Piacenza potranno sostituire i rifiuti speciali extra provinciali: una sostituzione che avrebbe vantaggi dal punto di vista economico per la gestione dell’impianto, in quanto il conferimento di rifiuti solidi urbani sarebbe più redditizio di quello di rifiuti speciali e comporterebbe una indennità ambientale di circa 11 euro in più a tonnellata”.
Rainieri evidenzia quindi “la grande disuguaglianza nei costi di smaltimento dei rifiuti tra Parma e Reggio Emilia, in quanto nella prima si pagano 154 euro a tonnellata (la più alta in Emilia-Romagna) e nella seconda 118 euro” e sottolinea che “questa differenza di costi, che ricadono sulle bollette degli utenti, è stata in passato ufficialmente giustificata, da Enìa (poi trasformatasi in Iren), Comune e Provincia di Parma, con le spese aggiuntive che Parma doveva affrontare per le spese di trasporto necessarie per smaltire i rifiuti fuori provincia e, nello specifico, nell’inceneritore ora chiuso di Novellara in provincia di Reggio Emilia”.
Considerando che “questa differenza di costi di smaltimento non sia più giustificata né corretta”, dato che da due anni Parma smaltisce “totalmente in un impianto sul proprio territorio”, il consigliere chiede alla Giunta di attivarsi per rimuovere l’ingiustificata disuguaglianza nei costi di smaltimento e per concentrare tutte le azioni che produrranno recupero di risorse nella gestione del termovalorizzatore di Parma in modo da ridurre le tariffe rifiuti ai cittadini di Parma e provincia.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(ac)


