Sospendere l’attività venatoria nei territori confinanti con la Valle Mandriole in Provincia di Ravenna almeno fino al momento in cui sarà certificato un pieno ripristino delle condizioni ottimali dell’ecosistema dell’area, dove nei giorni scorsi si è verificata una moria generalizzata di tutti gli uccelli presenti, “fenomeno che ha assunto il carattere di una vera e propria strage”. Lo chiede in un’interrogazione Giulia Gibertoni del Movimento 5 stelle, che sollecita la Giunta a intervenire con poteri sostitutivi straordinari nei confronti dei vertici dell’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po, “ente dimostratosi non solo del tutto inadeguato alle sue funzioni, ma capace di mettere seriamente a rischio la sopravvivenza del patrimonio naturale ad esso affidato”.
La pentastellata chiede i motivi per cui, “considerato che i primi decessi sono stati riferiti già nel mese di settembre e che alla riapertura della caccia non era più stato possibile ignorare la situazione, non si sia provveduto prima della moria generalizzata a immettere acqua non contaminata nella Valle Mandriole, evitando cosi che si verificasse una strage di simile portata”. La consigliera 5 stelle, poi, punta il dito contro la Regione “rimasta sorda, per anni a qualunque campanello d’allarme sul destino dell’area protetta Punte Alberete Valle Mandriole e sulla possibilità che vi si verificasse una strage di avifauna, come puntualmente si è verificato”. Regione che, però, secondo Gibertoni, “avrebbe trovato il tempo e il denaro per presentare, a marzo 2019 in conferenza stampa, il progetto di realizzazione di 11 manufatti in legno d’accesso al Parco regionale del Delta del Po per un valore complessivo di 400mila euro interamente finanziato coi fondi del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Emilia-Romagna”.
(Giulia Paltrinieri)