Definire in Emilia-Romagna, in raccordo con il governo nazionale, le quote di prelievo del lupo (per dare attuazione alle novità introdotte con la legge Calderoli sulla montagna).
La richiesta arriva, con una nuova interrogazione (un primo atto sul tema era stato presentato a settembre) rivolta alla giunta regionale, da Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia). In particolare, il consigliere vuole sapere dall’esecutivo regionale, sul tema, “se intenda predisporre fin d’ora un piano regionale di gestione che individui scenari, criteri e priorità territoriali”.
Tagliaferri sollecita poi la giunta “a richiedere al governo nazionale, anche alla luce del percorso di riforma annunciato dal ministro Lollobrigida per la norma nazionale che si occupa dei prelievi venatori, linee di modifica specifiche a tutela delle aree montane emiliano-romagnole, ad esempio semplificando le procedure autorizzative per il controllo faunistico, rafforzando le misure di prevenzione obbligatorie e rivedendo il sistema di indennizzo”. Chiede anche “di interpellare il governo Meloni per l’istituzione di un tavolo tecnico nazionale permanente sul lupo, sul modello di quello della peste suina africana, al fine di coordinare piani di monitoraggio, prevenzione e – nei limiti consentiti – contenimento”.
“L’Europa, sottolinea Tagliaferri, “ha avviato il percorso di downlisting del lupo, modificandone lo status da ‘strettamente protetto’ a ‘protetto’, aprendo la strada a strumenti più flessibili di gestione e controllo nei territori”.
Sul tema, infatti, Tagliaferri vuole capire dall’esecutivo regionale “se, nel quadro del dialogo con l’Unione europea guidato anche dal ministro per gli Affari europei Tommaso Foti, la Regione Emilia-Romagna stia partecipando attivamente alla definizione delle nuove regole europee sul lupo (modifica della direttiva Habitat)”.
Il politico rileva, poi, che “in Emilia-Romagna restano spesso frammentari i dati pubblici sui danni da lupo”. Per questo chiede alla giunta regionale “i dati aggiornati, comparati alle altre regioni, su numero di capi predati, importo degli indennizzi e investimenti per la prevenzione”. Vuole anche sapere, sullo stesso tema, dall’esecutivo regionale “se ritenga sufficienti le risorse regionali attualmente destinate a prevenzione e indennizzi o se preveda lo stanziamento di ulteriori fondi”.
“La convivenza forzata con il lupo – evidenzia il consigliere regionale di Fratelli d’Italia – rappresenta per gli allevatori e per le comunità montane dell’Emilia-Romagna un problema concreto, con impatti economici e sociali rilevanti, più volte documentati dalle organizzazioni agricole, così come dai media”. Conclude: “È la stessa Regione Emilia-Romagna, come ha riferito l’assessore Mammi, a riconosce la necessità di un aggiornamento del piano di gestione e conservazione del lupo”.
(Cristian Casali)


