Regione parte civile al processo per gli “intollerabili maltrattamenti” agli anziani ospiti della casa-famiglia “Oscar e Patrizia” di Sant’Alberto di Ravenna. Lo chiede in un’interrogazione Mirco Bagnari (Pd) che sollecita la giunta a chiedere al Governo “una modifica della normativa che consenta lo sviluppo di strutture private di assistenza per anziani ma le sottoponga ad adeguate autorizzazioni e controlli che garantiscano sicurezza e assistenza adeguate agli ospiti e condizioni di lavoro e formazione adeguate per i lavoratori di dette strutture”. La normativa regionale, ricostruisce il quadro Bagnari, “prevede che le casa-residenza per anziani non autosufficienti (che ricomprendono le tipologie casa protetta e RSA) siano soggette ad accreditamento, rilasciato a seguito di una verifica del possesso di adeguati requisiti di qualità da parte di Comuni e Ausl. Tuttavia il Comune, immediatamente intervenuto insieme all’Ausl per garantire il ricovero degli ospiti in altre strutture, ha evidenziato come l’apertura di queste case famiglia non necessiti dì alcuna autorizzazione al funzionamento- spiega ancora il consigliere regionale Pd- cosa che complica enormemente la possibilità di svolgere adeguati e regolari controlli sull’attività di queste strutture.
Bagnari, ricordando che il Comune di Ravenna si era dotato di un regolamento riguardante questa tipologia di strutture, vuole sapere “se la struttura in questione operi su specifiche autorizzazioni, in che rapporto sia con Comune e Ausl e quali siano le modalità e le competenze di vigilanza sulla stessa”. Inoltre “quali provvedimenti siano allo studio per garantire, di concerto con tutti gli operatori interessati, modalità di selezione e formazione degli operatori e di sistemi di vigilanza più efficaci”, visto che va “ripensata non solo la modalità di vigilanza, che va sicuramente rafforzata e resa costante nel tempo, ma anche di selezione, formazione ed aggiornamento degli operatori e di supporto psicologico a coloro che operano in ambienti lavorativi grandemente stressanti”.
(Marco Sacchetti)