COMUNICATO
Governo locale e legalità

Assemblea. Al via la settimana della legalità, fra protocolli con l’università e il libro contro le mafie di Elia Minari/foto

Fino a lunedì prossimo si susseguiranno incontri, dibattiti, confronti sul tema della legalità coordinati dal direttore generale dell’Assemblea legislativa Leonardo Draghetti e dalla presidente del Parlamento regionale Simonetta Saliera

Al via in Assemblea legislativa la settimana della legalità. Dal 19 l 26 marzo si susseguiranno incontri, dibattiti, confronti, coordinati dal direttore generale dell’Assemblea legislativa Leonardo Draghetti e dalla presidente del Parlamento regionale Simonetta Saliera, a sostegno delle buone pratiche promosse in Emilia-Romagna in attuazione del testo unico per la promozione della legalità. Come ha spiegato l’assessore Massimo Mezzetti durante il seminario ‘Buone pratiche e impegni per la legalità’, in pochi mesi “abbiamo messo in piedi un testo unico che mira al contrasto all’usura e del gioco d’azzardo, puntando, in collaborazione con l’Anci, a promuovere un sistema che faccia propria e sostenga la cultura della legalità”.

Ed è proprio Matteo Cattanei, presidente Anci Giovani, che sottolinea come “Assemblea legislativa, Giunta ed enti locali si raccordino fra loro per costruire una rete”. “Legalità- ha aggiunto- non significa sicurezza, perché la legalità è la stella polare delle politiche sulla sicurezza e va accudita con cura”.

Fondamentale anche il ruolo del Tribunale di Bologna, che ha firmato un protocollo con la Regione Emilia-Romagna per la gestione dei beni confiscati alla mafia. In riferimento ai processi per mafia, il presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso, ha evidenziato come – a suo parere – dovrebbero essere celebrati tutti a Bologna. Alcuni protocolli, inoltre, sono stati firmati anche dall’Assemblea legislativa e dal dipartimento di Scienze Giuridiche di Bologna per la promozione della legalità: “La complessa situazione normativa- ha spiegato Antonio Carullo, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico– ha spinto a stringere accordi per la lotta alla corruzione, per la diffusione di regole e per la partecipazione degli studenti ad attività formative”.

Lo studio della mafia è proseguito nel pomeriggio con la presentazione del libro ‘Guardare la mafia negli occhi‘ di Elia Minari, giornalista che ha condotto inchieste sulla mafia al Nord e, in particolare, in Emilia-Romagna. “Questo libro ci apre gli occhi su un mondo che ci appare oggi più chiaro e quindi più drammatico”, ha spiegato Yuri Torri, in rappresentanza dell’Assemblea. E “le domande di Elia Minari- ha aggiunto Draghetti- dovrebbero essere le nostre domande”.

Il lavoro d’inchiesta di Minari si può dire cominci alle scuole medie, quando scopre che uno zio di un suo compagno di classe è stato ucciso dalla ‘ndrangheta. E prosegue al liceo, quando con ‘Cortocircuito’, il giornalino della scuola, prova a intervistare imprenditori che sembrano immischiati in qualcosa di oscuro e che reagiscono minacciando e scacciando i giovani cronisti. Da qui parte la vera e propria battaglia di Minari: “Mai mi sarei aspettato- afferma- che le nostre inchieste web venissero proiettate in un’aula di un tribunale”. Alla domanda se prova paura a vivere in una città dove, girando l’angolo, si potrebbero incontrare le persone nominate nel libro o finite nelle inchieste giornalistiche, Minari risponde: “Di sicuro è difficile, dal momento che sono persone che girano a piede libero e non sono ancora ufficialmente indagate”.

(Margherita Giacchi)

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