Aula divisa sul rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2015: da una parte i sì di Pd e Sel, dall’altra il voto contrario di Ln, M5s, Fi e Fdi-An.
I due relatori di maggioranza, Roberto Poli (Pd), e di opposizione, Massimiliano Pompignoli (Ln), hanno presentato le due facce della medaglia. Mentre Poli ha parlato di “risultati molto positivi” del primo anno di lavoro della Giunta Bonaccini, che “sono la conseguenza del rispetto degli impegni programmatici, dell’attuazione delle scelte e della loro realizzazione”, Pompignoli ha segnalato gli “insuccessi e gli obiettivi mancati” di una “Regione che non dialoga con i cittadini e non risponde più alle esigenze dei territori, ma dialoga solo con enti e società che sono il fianco su cui si appoggia il Pd che la governa ormai da quasi un cinquantennio”.
LE DUE RELAZIONI. POLI: INVARIATA PRESSIONE FISCALE E CONTENIMENTO SPESE. POMPIGNOLI: RIORDINO ISTITUZIONALE, UN “MOSTRO LEGISLATIVO”
“Invarianza della pressione fiscale, contenimento delle spese di funzionamento, attuazione delle scelte fondamentali del programma di mandato” sono gli obiettivi 2015 citati da Poli, che ha anche menzionato le cinque priorità sul versante della spesa. “Cofinanziamento dei fondi strutturali per la programmazione 2014/2020; accompagnamento del processo di riordino istituzionale in corso; consolidamento e potenziamento degli interventi sullo stato sociale attraverso il fondo per la non autosufficienza e il mantenimento dei fondi per le politiche sociali; attivazione di misure per la competitività del sistema produttivo; investimenti per la tutela e la sicurezza contro il dissesto idrogeologico, per le infrastrutture viarie e per il trasporto pubblico locale”. Il relatore ha poi toccato tutti i settori di spesa e i temi centrali dell’attività, come quello del riordino istituzionale e della riduzione dei “tassi di disoccupazione”, dando “attuazione al Patto per il lavoro sottoscritto con le parti sociali”. Immancabile, tra questi temi, il richiamo al settore sanitario che da solo ha un’incidenza di oltre l’80% della spesa regionale. “Nel corso del 2015- ha detto il relatore di maggioranza- l’andamento della gestione economico-finanziaria delle Aziende è stato monitorato trimestralmente e in modo straordinario nel mese di ottobre. I consuntivi di tutte le Aziende confermano il pareggio di bilancio d’esercizio. Il volume complessivo delle risorse disponibili per la sanità regionale per il 2015 è pari a 7 miliardi, 958 milioni e 657 mila euro, di cui 7 miliardi, 765 milioni circa come finanziamento sanitario indistinto e 73 milioni di euro circa come Fondo sanitario nazionale vincolato per gli obiettivi di piano. La Regione inoltre ha finanziato con risorse aggiuntive proprie il fondo per la non autosufficienza per complessivi 120 milioni di euro”.
Pompignoli, a sostegno della valutazione negativa, cita la “nascita del ‘mostro legislativo’ chiamato riordino istituzionale che sta provocando disguidi fra gli enti, con costi non ridotti e mancato snellimento delle pratiche. Ma fra gli obiettivi mancati- aggiunge- c’è anche il progetto cofinanziato di Garanzia Giovani, che “ha creato solo problemi e certamente non occupazione, mostrando come il carrozzone pubblico non sia stato in grado di rispondere con tempestività al territorio”. Il relatore di minoranza punta poi il dito sulla mancata riduzione dell’imposizione fiscale: “mantenere un livello alto delle imposte per periodi prolungati di tempo deprime il pil, i risparmi e riduce la ricchezza di aziende e famiglie, ricchezze che non vengono reinvestite dalle aziende in innovazione e assunzioni”. Si tratta quindi di un “bilancio- sottolinea- che mostra indici da migliorare in termini di impegno e di pagamento e i cui risultati non sono testati. Sarebbe anche utile un bilancio di tipo sociale e etico, per valutare i miglioramenti della ridistribuzione di ricchezza: l’esempio è la messa in sicurezza territorio che hanno subito sismi, ad oggi leggiamo ancora poste del 2012 non erogate ai territori e ai cittadini che li hanno subiti. Si tratta di una lentezza disarmante. Di una non risposta ai bisogni dei nostri territori”.
IL DIBATTITO. PICCININI (M5S): NON BONIFICATI SITI CONTAMINATI. FOTI (FDI-AN): DUBBI SU PARTECIPATE. BERTANI (M5S): ATTENZIONE ALLE SPESE LEGALI
Per Silvia Piccinini (M5s) la relazione di Poli pecca di ottimismo, soprattutto alla voce rispetto degli impegni preannunciati. Il riferimento è al piano delle bonifiche dei siti contaminati che “è rimasta lettera morta” a fronte di un territorio dove gli episodi di inquinamento sono all’ordine del giorno”.
Al di là delle buone intenzioni- rileva Tommaso Foti (Fdi-An)– non sembra che la Regione abbia un atteggiamento determinato sul tema delle partecipate, che costituisce il vero nocciolo su cui si sofferma la valutazione della Corte dei Conti e su cui si deve fare un’opportuna riflessione sul piano di disboscamento da adottare per cancellare società non più utili o che rappresentano un duplicato l’una dell’altra.
Critiche sulle partecipate anche da Andrea Bertani (M5s) che stigmatizza la loro scarsa tempestività nel fornire i bilanci e chiede un monitoraggio tempestivo con report semestrali per rendersi conto della situazione Altro rilievo citato da Bertani, presente nel parere della Corte dei Conti, quello dell’affidamento di consulenze legali con 187 affidamenti esterni. La richiesta è quella di un “modo più oculato di selezione con procedure pubbliche”.
Ha chiuso il dibattito l’assessore al Bilancio, Emma Petitti, che ha ricordato come questo rendiconto rappresenti la conclusione del primo anno di legislatura in un contesto che ha evidenziato aspetti di cambiamento e di criticità. Petitti, ripercorrendo le principali voci del documento, ha citato il giudizio di parifica, “chiaro e netto” in senso positivo, della Corte dei Conti, che dimostra come il governo regionale abbia rispettato i vincoli di bilancio pur dovendo operare in condizioni di criticità, ma abbia anche contribuito agli obiettivi di finanza pubblica nazionale. Sul tema delle partecipate, ha ricordato il piano di riordino delle società in house e delle partecipazioni societarie entro dicembre 2016, che prevede, tra l’altro, la riduzione da 7 a 4 delle società in house. “Non si tratta solo di un dato quantitativo- ha detto- ma di un ragionamento strategico”.
(Antonella Celletti)