Successo per il convegno “Il bel gioco dura…per sempre” organizzato dall’Assemblea legislativa e dalla Giunta regionale in collaborazione con l’Ateneo di Bologna e la Libera Università del Gioco: per un pomeriggio viale Aldo Moro è diventata la capitale del “buon gioco”, con esperti del settore e i rappresentanti delle migliori esperienze nazionali che si sono dati appuntamento a Bologna. A far gli onori di casa la vicepresidente della Giunta Elisabetta Gualmini e i consiglieri regionali Mirco Bagnari e Francesca Marchetti.
“In tante delle politiche dell’Assessorato al Sociale della Regione Emilia-Romagna abbiamo tenuto in considerazione la dimensione del gioco come momento di libertà, esperienza educativa e necessaria esperienza di movimento”, spiega la vicepresidente Gualmini, che ricorda anche l’importanza dei principali provvedimenti approvati dalla Regione in materia: dalla legge sullo sport alle politiche di contrasto al gioco d’azzardo.
“Il gioco nella nostra epoca viene relegato a un ruolo secondario e, in molti casi, gli viene attribuita una connotazione negativa, considerando solamente le sue varianti patologiche, gli effetti negativi che ne conseguono e gli aspetti di businness ad esso collegati”, sottolinea Mirco Bagnari che ricorda come “oggi, invece, più che mai, il gioco vero e sano è importante per ridare strumenti di crescita equilibrati e positivi ai bambini ma anche per dare agli adulti un’opportunità per recuperare una dimensione vera e con grandi potenzialità di stimolo alla creatività utile nella vita di tutti i giorni come nel mondo del lavoro: abbiamo acceso i riflettori su una dimensione e un patrimonio collegati al gioco utili allo sviluppo di una cultura positiva e legata al rispetto delle regole”.
“A ogni età della vita umana il gioco è un’esperienza umana fondamentale per la formazione delle persone e per promuovere corretti stili di vita: il gioco è relazione e inclusione, esperienza di libertà e responsabilità”, sottolinea Roberto Farnè, organizzatore del convegno, che a conferma delle sue tesi ha citato le tante esperienze che nel corso del convegno si sono “raccontate”: dal “Castello dei ragazzi” allo “Sport senza frontiere”, passando per il Tocatì, l’Animus Ludendo Coles, le attività di contrasto al gioco d’azzardo e l’ecologia del giocattolo.
Diverse esperienze di livello nazionali unite da un unico filo rosso: “La consapevolezza del gioco- sottolinea Francesca Marchetti– come momento formativo per migliorare la qualità della vita nella nostra società: al convegno di oggi ci sono state testimonianze molto interessanti e importanti che ci offrono insegnamenti determinanti per il futuro del nostro lavoro”.