L’Aula ha approvato il progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale “Norme in materia di interventi territoriali per lo sviluppo integrato degli ambiti locali”, finalizzato ad accrescere l’attrazione e la competitività del sistema socio-economico regionale attraverso la realizzazione di programmi speciali per gli ambiti territoriali grazie a strumenti quali la programmazione negoziata e la collaborazione istituzionale. Il provvedimento è stato licenziato grazie al voto favorevole di Pd, Si, Misto-Mdp e Ln, astenuti M5s, Fi e Fdi.
La proposta di legge – ha illustrato il relatore Roberto Poli (Pd) – ha lo scopo di accrescere l’attrazione e la competitività del sistema territoriale dell’Emilia-Romagna perseguendo uno sviluppo sostenibile sia sotto il profilo ambientale sia sotto il profilo sociale ed economico attraverso la predisposizione e la realizzazione di programmi territoriali denominati Programmi speciali per gli ambiti locali (Psal). I Psal mirano a realizzare all’interno di ambiti territoriali considerati ottimali e fra ambiti territoriali ottimali (Ato) l’integrazione fra i vari livelli di governo, il coordinamento delle politiche e l’impiego integrato delle risorse finanziarie. In pratica – ha spiegato il Dem – i Psal consentono di promuovere un sistema di governance fra le amministrazioni locali (Comuni e Unioni di Comuni). Gli strumenti individuati per dare attuazione ai Psal sono la programmazione negoziata e la collaborazione istituzionale. Per la realizzazione dei Psal, – ha concluso Poli – che coinvolgono città e aree urbane, la montagna, la fascia della costa, l’asse del Po e i territori colpiti dal sisma del 2012, la Regione prevede lo stanziamento di 1 milione di euro all’anno per tre anni.
Il relatore di minoranza, Massimiliano Pompignoli (Ln), ha parlato di legge snella che dà respiro ai Comuni e che giunge a valle anche di una specifica richiesta dei consiglieri leghisti. Si tratta – ha sottolineato il consigliere – di una sorta di “legge regionale quadro” le cui linee d’indirizzo saranno messe a punto in un secondo tempo. È chiaro – ha concluso l’esponente del Carroccio – che la riuscita del provvedimento legislativo dipende dallo stanziamento di fondi adeguati.
Giancarlo Tagliaferri (Fdi) non ha risparmiato critiche all’impianto della legge, ravvisando come un’anomalia gravida di conseguenze amministrative il mancato inserimento delle Province fra le istituzioni locali chiamate alla programmazione negoziata e alla collaborazione istituzionale negli ambiti territoriali ottimali. Inoltre, ha puntato il dito contro le tempistiche dei bandi, lasciate indefinite dal progetto di legge e rimandate alla definizione delle linee d’indirizzo, e contro gli spazi di coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati nella programmazione negoziata, ritendendoli troppo esigui. Il neoconsigliere, infine, ha ritenuto insufficiente la copertura finanziaria mettendo in guardia la Giunta dal rischio di una “legge manifesto”.
Silvia Piccinini (M5s), pur condividendo l’obiettivo del progetto di legge, ha ritenuto troppo esigui gli spazi di partecipazione attiva a disposizione di cittadini e associazioni locali per la definizione e la realizzazione sul territorio dei Psal nonché troppo ridotta la funzione di indirizzo e controllo dell’Assemblea legislativa, attraverso le commissioni, sulle politiche regionali in materia. A questo proposito, la pentastellata ha parlato di eccesso di dirigismo da parte della Giunta regionale. Andrea Bertani (M5s) ha illustrato gli emendamenti presentati dai 5 stelle (uno a sua firma e nove a firma Piccinini), il più significativo dei quali finalizzato ad ampliare gli spazi per la partecipazione di soggetti pubblici e privati alla programmazione negoziata. Tutti gli emendamenti sono stati respinti, così come un ordine del giorno sottoscritto da Silvia Piccinini.
Igor Taruffi (Si) ha sottolineato l’importanza del disegno di legge, che intende snellire e velocizzare le procedure di programmazione negoziata, individuando nel sistema dei Comuni (gli enti locali più vicini ai cittadini) il soggetto cardine per gli interventi in ambito territoriale ottimale. Il tema delle risorse – ha affermato – sarà affrontato compiutamente in un secondo momento. In chiusura di intervento ha sollecitato una revisione della legge regionale che ha sancito il superamento delle Province, che, alla luce del referendum costituzionale, sta creando difficoltà nell’amministrazione del territorio.
Ha chiuso il dibattito il relatore Poli, che ha ricordato come il cuore del provvedimento sia la programmazione negoziata e non la partecipazione; quest’ultima non è impedita dalla nuova legge regionale ma non può essere imposta, come, – secondo il relatore – vorrebbero i 5 stelle.
(Luca Govoni)