Per il centrosinistra si tratta di una manovra che tiene insieme sviluppo e coesione sociale, con la Regione chiamata a stanziare risorse anche nei settori sottofinanziati dal governo. Per il centrodestra, invece, giunta a maggioranza puntano a sminuire i fondi statali e non affrontano temi strategici come la cura del territorio e la prevenzione contro il dissesto idrogeologico.
Prosegue in Assemblea legislativa il dibattito sulla variazione di bilancio 2024, la manovra economica che, di sole risorse regionali, vale 100 milioni di euro per interventi su sanità, trasporto pubblico locale, politiche di sostegno all’affitto, scuola, rimborsi per chi ha subito danni da grandine e tornado e tutela dell’ambiente. L’assestamento recepisce anche risorse provenienti da fondi statali ed europei di cui 6 milioni di euro per edilizia universitaria, 4,8 milioni collegati ai fondi Fesr e 3,5 milioni di euro per l’ammodernamento e la sostituzione del traghetto di Ravenna.
Marco Mastacchi (Rete Civica) pone l’attenzione sul servizio sanitario sottolineando che “la sostenibilità può esserci solo razionalizzando la spesa, investendo in nuove strutture e cercando nuove forme di collaborazione col settore privato. Lasciamo liste attesa fuori controllo, strutture smembrate e personale allo stremo. Nelle zone appenniniche mancano i medici di base e il personale sanitario sempre più frustrato assiste impotente all’attenzione maniacale al bilancio che sappiamo tutti nascondere difficoltà anche per il futuro poiché fioriscono figure dirigenziali che tolgono risorse a investimenti sul personale”. Infine: “Non possiamo dimenticare i pescatori alle prese con l’emergenza granchio blu che sta compromettendo il patrimonio ittico locale, anche loro aspettano risposte dalla Regione”.
Per Giulia Pigoni (Italia Viva) “la Regione è stata in grado di finanziare ulteriori investimenti e interventi rispetto a quelli già programmati. La nostra priorità è sostenere la crescita dell’Emilia-Romagna. Rilevante l’attenzione al tema della salute, al settore della cultura e al turismo. In linea con il Patto per il lavoro e per il clima la Regione si dimostra in grado di rispondere ai bisogni delle nostre comunità per sostenere una crescita sostenibile. Abbiamo predisposto una manovra di ampio respiro per l’anno in corso e per il rafforzamento negli anni a venire”.
Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) evidenzia come la manovra vada nella direzione auspicata: “Si sostiene la non autosufficienza in linea con le necessità e intervenendo anche con la valorizzazione del personale sociosanitario delle strutture dedicate. La dotazione del fondo da parte della Regione Emilia-Romagna rappresenta un unicum a livello nazionale. Idem per il fondo sociale, che consente di accompagnare gli enti locali a intervenire sulle necessità delle famiglie in condizioni di fragilità. Bene gli interventi sulla cultura, che fanno parte delle politiche caratterizzanti l’Emilia-Romagna, e il complesso di interventi in favore delle persone non udenti”.
Per Silvia Zamboni (Europa Verde) “in questi anni particolarmente difficili, una variazione di 100 milioni di euro è un modo per rispondere in maniera coraggiosa alle difficoltà accumulate durante il mandato. Il valore della manovra esprime bene una gestione virtuosa. Abbiamo investito sul contrasto alla povertà degli adolescenti e preadolescenti, penalizzati dagli anni della pandemia, e siamo riusciti a far fronte al definanziamento statale della sanità con risorse proprie. Importante sostenere il diritto alla casa e dare adeguate risposte al tema della non autosufficienza”.
Marta Evangelisti (Fdi) ha evidenziato “come la manovra restituisca una situazione economica solida anche grazie alle iniezioni di risorse nazionali. Il Governo ha stanziato più fondi per la sanità, per la telemedicina e il supporto ai cronici, per i livelli essenziali di assistenza, per le liste di attesa. A fronte di questo, però, nella nostra regione le liste di attesa permangono, con dati allarmanti soprattutto sulle patologie tumorali. I Pronto soccorso non sono stati alleggeriti, i cittadini si sentono smarriti ai Cau, la riforma dell’emergenza-urgenza voluta dalla regione non soddisfa”. Critiche anche sui trasporti pubblici locali: “Molti territori sono ancora scoperti, sulle aree montane ancora molto resta da fare, in diversi casi la progettualità sui passanti sta peggiorando i servizi. E sul tema abbonamenti, ricordiamo che non sono gratuiti per tutti gli studenti”. Evangelisti si sofferma infine sull’autonomia differenziata “che trova diritto di cittadinanza nell’operato del governo nazionale e che va accompagnata e gestita perché è un’occasione. Non siamo noi ad aver cambiato posizione”.
“In Emilia-Romagna si starà meglio che altrove, ma la povertà avanza anche qui, per questo è stato giusto fare una legge sul tema della povertà e su chi si è improvvisamente indebitati: finalmente in questa legislatura abbiamo dato seguito a questa legge che era del 2019 che è rimasta bloccata per il Covid”, spiega Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) che ricorda come “la narrazione per cui l’Emilia-Romagna è leader in tutto è una narrazione vera a metà, noi chiediamo di cambiare la legge sul consumo del suolo che è un colabrodo e dare risposta al tema della legge sul fine vita, la cui non approvazione in questa legislativa è la vera macchia nera di questa legislatura. Nella prossima legislatura speriamo che si possano fare scelte più lungimiranti e più coraggiose per i cittadini emiliano-romagnoli. Su questi temi non molleremo la presa sperando di avere degli interlocutori che ci sappiano ascoltare”.
“Speriamo che il Presidente Bonaccini in Europa porti avanti gli interessi dell’Emilia-Romagna con la stessa determinazione con cui ha governato questa Regione”, spiega Valentina Castaldini (Fi) per la quale “nei prossimi mesi questa regione vivrà una grande sfida, quella di decidere il proprio futuro, e apriremo una grande discussione a partire dall’uso dei fondi europei e dei fondi sociali. Queste elezioni europee ci hanno insegnato che in politica bisogna saper includere”.
(Lucia Paci, Brigida Miranda e Luca Molinari)