COMUNICATO
Ambiente e territorio

Caccia. “Situazione meteoclimatica critica”, Piccinini (M5s): applicare raccomandazioni Ispra/ foto

La normativa in materia – evidenzia la consigliera – consente alle Regioni di “vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia a determinate specie di fauna selvatica” per motivate ragioni. In questo caso, si tratterebbe del “perdurare di condizioni climatiche particolarmente avverse alla fauna”

“Giunta e Assemblea si attivino affinché vengano assunti provvedimenti cautelativi che recepiscano le raccomandazioni dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)”. È Silvia Piccinini del Movimento 5 stelle a presentare un doppio atto in Assemblea legislativa, una risoluzione e un’interrogazione, sui problemi connessi all’avvio della stagione venatoria e al “perdurare di condizioni climatiche particolarmente avverse alla fauna”.

La situazione meteoclimatica – spiega la consigliera – “decisamente critica verificatasi a partire dagli inizi dell’anno, caratterizzata da temperature massime particolarmente elevate e prolungati periodi di siccità, ha determinato una situazione accentuata di stress in molti sistemi naturali e agrosistemi in tutta Italia”. Nella nostra regione – rimarca – “le scarse precipitazioni e le temperature elevate hanno determinato una riduzione idrica significativa del regime di magra nella maggioranza dei corsi d’acqua a carattere torrentizio”.

I tecnici dell’Ispra – evidenzia poi Piccinini – “ritengono che, seguendo il principio di precauzione, in occasione della prossima apertura della stagione venatoria vadano assunti provvedimenti cautelativi per evitare che popolazioni in condizioni di particolare vulnerabilità possano subire danni”, in particolare – prosegue – raccomandano di “sospendere l’autorizzazione a svolgere attività di addestramento e allenamento dei cani sino al venir meno delle attuali condizioni climatiche e al ripristino delle condizioni ambientali, incluse quelle vegetazionali; prevedere il divieto di caccia da appostamento, che potrebbe determinare una concentrazione del prelievo in corrispondenza dei punti di abbeverata; programmare un posticipo all’inizio di ottobre dell’apertura della stagione venatoria agli anatidi e agli altri uccelli di palude; valutare l’introduzione di eventuali misure per limitare il prelievo sulle popolazioni delle specie non migratrici, in particolare nelle aree interessate da incendi”.

La normativa nazionale sulla protezione della fauna selvatica e sul prelievo venatorio – conclude la consigliera – autorizza le Regioni “a vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia a determinate specie di fauna selvatica, per importanti e motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità”.

(Cristian Casali)

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