COMUNICATO
Parità, diritti e partecipazione

CARCERE FORLÌ. VISITA GARANTE REGIONALE DETENUTI: ‘NUOVE POSSIBILITÀ DI TRATTAMENTO DA USCITA FASE DI SOVRAFFOLLAMENTO’

CARCERE FORLÌ. VISITA GARANTE REGIONALE DETENUTI: ‘NUOVE POSSIBILITÀ DI TRATTAMENTO DA USCITA FASE DI SOVRAFFOLLAMENTO’

Lunedì scorso la Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione, Desi Bruno, ha visitato la casa circondariale di Forlì, accompagnata dalla Comandante di reparto della Polizia penitenziaria, Michela Zattoni; in seguito, si è svolto un confronto sulla situazione detentiva forlivese con la direttrice dell’istituto penitenziario, Palma Mercurio.

La Garante ha potuto constatare una sensibile riduzione dei numeri delle presenze (un terzo in meno, rispetto a un anno fa); ora grande parte dei detenuti che è collocata in cella singola, con una metratura a disposizione in linea con i parametri dettati dalla giurisprudenza della Corte Edu.

A fronte di una capienza regolamentare di 144 persone, il 9 marzo erano presenti 112 detenuti di cui 19 donne; 62 i condannati in via definitiva; 51 gli stranieri; 36 i tossicodipendenti (di cui 6 donne); 5 gli ammessi al lavoro all’esterno (di cui 1 donna e 1 straniero); 24 gli autori di reati sessuali; 3 i protetti cosiddetti “promiscui” (separati dagli altri detenuti in ragione di problemi relazionali e di convivenza legati a chiamate in correità, collaborazioni marginali, appartenenza a Forze dell’ordine e altre specifiche condizioni soggettive).

La struttura carceraria si presenta molto vecchia (all’interno di una rocca ottocentesca i cui ambienti sono stati riadattati), per cui esistono criticità di ordine strutturale: per esempio, le docce comuni all’esterno delle camere di pernottamento presentano problemi di umidità, a cui si fa fronte con opere di manutenzione ordinaria che le rendono, comunque, più decenti di quelle di altri istituti penitenziari regionali di ben più recente costruzione. In generale, gli ambienti si presentano decorosi, con opere di tinteggiatura, anche grazie al contributo del lavoro dei detenuti.

Più adeguati, dal punto di vista degli spazi e della luminosità, risulteranno gli ambienti del nuovo carcere (il trasferimento dovrebbe avvenire nel 2017 in un’area periferica della città), anche se l’attuale centrale collocazione dell’istituto penitenziario ha certamente favorito una forte presenza del volontariato e della società civile all’interno.

Risulta pienamente operativo il regime ‘a celle aperte’, con i tutti i detenuti, anche nella sezione femminile, che hanno la possibilità di rimanere all’esterno della cella per almeno otto ore al giorno; inoltre, risulta compiutamente assicurata la separazione fra condannati in via definitiva e imputati. È altresì presente una sezione a custodia attenuata per persone in semilibertà e ammesse a lavorare all’esterno e per chi è in procinto di essere dimesso, a regime aperto, con un sistema di videosorveglianza.

Nel corso dei colloqui che la Garante ha effettuato con i detenuti, sono emersi a più riprese il clima positivo e il riconoscimento da parte della popolazione detenuta dell’attenzione e della predisposizione al dialogo che la Direzione e lo staff dell’Amministrazione penitenziaria, impegnati in un intenso lavoro orientato a caratterizzare la pena in termini di umanizzazione. Con riferimento ai rapporti con la Magistratura di Sorveglianza, si segnala che alcuni detenuti hanno informato la Garante circa l’esito dei ricorsi presentati ai fini dell’accertamento di condizioni detentive inumane e degradanti: il magistrato di sorveglianza competente ne ha dichiarato l’inammissibilità in quanto formulati in maniera generica, mancando delle indicazioni necessarie per l’istruttoria in caso di ricorso. L’impegno della Garante è a fornire informazioni puntuali ai detenuti circa le modalità di proposizione del ricorso.

La visita ha compreso gli ambienti riqualificati della sezione a custodia attenuata per tossicodipendenti, anche grazie a lavori effettuati in economia da parte dei detenuti: questi ambienti torneranno completamente funzionali entro qualche mese (i lavori di manutenzione devono essere ancora completati) e potranno ospitare sino a 40 persone, è questa la capienza tollerabile, prevedendo diversi spazi per le attività trattamentali, con un locale adibito a refettorio.

Esiste una pluralità di attività a favore delle persone detenute: si segnalano, in particolare, il laboratorio metalmeccanico (che impegna 5 detenuti); il laboratorio della cartiera (che impegna 4 detenuti); il laboratorio RAEE per lo smaltimento dei rifiuti elettronici, consistente nello smontaggio e pretrattamento di piccoli elettrodomestici, con la sede del laboratorio all’esterno del carcere, gestito da una cooperativa sociale, che assume e remunera i detenuti, in collaborazione con un’agenzia formativa (con l’impegno di 1 detenuto all’interno del carcere). Sono, inoltre, presenti i laboratori di pittura e di teatro.

Si registra che, allo stato, non risulta essere stato attivato il finanziamento della formazione professionale dal Fondo Sociale Europeo. Per quanto riguarda la scuola superiore, è attivo il corso dell’istituto tecnico commerciale. È attivo il sistema di prenotazione dei colloqui per familiari dei detenuti, organizzati su tre giorni alla settimana, prevedendo anche un pomeriggio. Si segnala ancora un progetto, promosso dal volontariato, rivolto all’accoglienza dei familiari in attesa di colloquio.

Continua la collaborazione in atto con il Centro per uomini maltrattanti di Forlì: la sperimentazione è rivolta agli autori di reati sessuali che, nella fase che precede le dimissioni, con attività di gruppo dedicate ai sex-offender, vengono presi in carico in carcere, anche verificando la possibilità e/o la disponibilità dello sviluppo di un programma territoriale una volta usciti. Si registra positivamente l’esperienza di ex detenuti che, anche dopo essere tornati in libertà, hanno continuato a seguire e a sviluppare il programma trattamentale, rimanendo in carico al Centro.

(rg)

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