COMUNICATO
Parità, diritti e partecipazione

CARCERE PARMA. GARANTE INCONTRA DETENUTI E RIPORTA ALL’AMMINISTRAZIONE LE LORO LAMENTELE: PROMISCUITÀ TRA MALATI E SANI E SOVRAPPOSIZIONI TRA ORE D’ARIA E ATTIVITÀ

L’auspicio della figura di garanzia dell’Assemblea è che “laddove possibile, in un congruo contemperamento fra esigenze di sicurezza e tutela dell’equilibrio psico-fisico delle persone, possano essere superate talune rigidità”

Detenuti sani costretti a condividere gli spazi di quelli ammalati, celle aperte solo quattro ore al giorno e sempre in concomitanza con gli orari in cui sono concentrate tutte le altre attività, dall’apertura della sala comune a quella addirittura della lavanderia, pressoché totale assenza di attività trattamentali, difficoltà nel recuperare la modulistica per presentare le proprie domande all’amministrazione penitenziaria e una lunga serie di altre questioni detentive che oltretutto “non parrebbero di difficile soluzione”.

È “un quadro complessivo di particolari rigidità legate all’organizzazione della vita quotidiana, in particolare per i detenuti della sezione dell’Alta sicurezza” quello che è emerso davanti alla Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, dopo la sua visita agli Istituti penitenziari di Parma per effettuare una serie di colloqui con i detenuti, che alla figura di Garanzia dell’Assemblea legislativa avevano già scritto una lettera collettiva.

Il carcere di Parma contava al 31 marzo 562 detenuti, di cui 171 stranieri, con 434 condannati in via definitiva, di cui 111 ergastolani: si contano 208 persone nel padiglione di Alta sicurezza, 71 nei reparti 41bis e 267 negli spazi di Media sicurezza.

La Garante ha riportato all’amministrazione tutte le criticità sollevati dai detenuti: si va dal riscaldamento tenuto spento nelle camere di pernottamento alla mancata consegna delle coperte ipoallergeniche anche di fronte a prescrizioni di allergia agli acari, dal divieto di accesso alla biblioteca all’assenza di un frigorifero comune fino alla difficoltà nel praticare semplici attività ricreative come il gioco delle carte (sono ammesse solo quelle napoletane) o degli scacchi (una sola scacchiera, per di più usurata, e il divieto di acquistarne di nuove da utilizzare nelle camere di pernottamento).

E ancora: la mancata agevolazione della fruizione delle ore d’aria per le persone anziane, l’assenza di panchine o sedie nei passeggi, l’inagibilità dei campi sportivi per l’invasione dell’erba alta, la mancata individuazione di un detenuto come scrivano e l’assenza di un barbiere, le limitazioni nell’accensione e nella programmazione della televisione. 

Come scrive la Garante all’amministrazione, l’auspicio è che “laddove possibile, in un congruo contemperamento fra esigenze di sicurezza e tutela dell’equilibrio psico-fisico delle persone, possano essere superate talune rigidità”.

(jf)

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