“Vogliamo dare un contributo reale al benessere delle bambine, dei bambini e degli adulti che vivono le loro relazioni affettive nel corso di una pena o di una misura cautelare: pena che non deve essere scontata dai minori d’età”. Lo hanno dichiarato la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Clede Maria Garavini, e il Garante delle persone private della libertà personale, Marcello Marighelli, al termine di un incontro dedicato alla genitorialità in carcere, con l’obiettivo di inaugurare un programma sul tema. A seguito di numerose segnalazioni sulle difficoltà relazionali tra genitori detenuti e figli, in particolare in questa fase emergenziale (anche per le criticità collegate al digital divide), i due garanti hanno messo a punto un progetto rivolto a ricercare soluzioni per tutelare questo tipo di rapporto: a partire dall’anno in corso e per tutto il 2021 saranno realizzate azioni di monitoraggio per assicurare la piena attuazione della normativa europea in materia (che garantisce regolarità e stabilità nei contatti anche telefonici e telematici tra figli e genitori detenuti). Altro ambito di studio, rivolto agli interlocutori del territorio regionale, riguarderà l’ipotesi di attivare nuove strutture residenziali per l’accoglienza extracarceraria di mamme con bambini, proprio per evitare che siano anche i minori a scontare la pena con i genitori nelle strutture carcerarie. Obiettivo comune, hanno spiegato Garavini e Marighelli, “è evitare che bambine e bambini ‘crescano’ vivendo periodi più o meno lunghi della loro vita ‘dietro le sbarre’, seppur in spazi a loro dedicati ma che per il luogo stesso in cui sono collocati non possono essere considerati idonei a una buona crescita”. Fra le proposte per il 2021 i garanti risollecitano poi esperienze formative per gli operatori di polizia penitenziaria che si occupano degli incontri in presenza fra genitori e figli.
10 Luglio 2020 13:49
Carceri. Nuova programmazione dei Garanti detenuti e infanzia a tutela dei genitori reclusi con figli
Garavini e Marighelli propongono azioni di monitoraggio per assicurare i contatti, anche telefonici e telematici, tra figli e genitori detenuti. Allo studio anche soluzioni per accogliere in strutture esterne al carcere mamme con bambini piccoli
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