Una mattinata densa di spunti di riflessione sulla cittadinanza e sul come essere cittadini attivi sapendo interpretare le nuove sfide del presente, ad esempio l’accoglienza, e dando valore agli insegnamenti del passato e alle radici della nostra identità, che è anche conoscenza e tutela di un ricco patrimonio di saperi e beni artistici e ambientali.
A conclusione dell’anno di attività 2015/2016 di ‘conCittadini’, il percorso di cittadinanza attiva promosso annualmente dall’Assemblea legislativa, 200 studenti, in rappresentanza delle 266 scuole coinvolte quest’anno su tutto il territorio regionale, hanno incontrato questa mattina a Bologna nella sede dell’Assemblea monsignor Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, Ignazio De Francisci, Procuratore generale della Repubblica di Bologna, e Andrea Emiliani, dell’Accademia dei Lincei.
“Il tema della cittadinanza attiva e della democrazia partecipata, con particolare riferimento al mondo giovanile e scolastico, costituiscono per questa Assemblea legislativa un asse portante, un punto di riferimento strategico della sua azione istituzionale e culturale e che trova in ‘conCittadini’, la sua progettualità più matura e diffusa”, ha ricordato la presidente dell’Assemblea legislativa, Simonetta Saliera, in apertura della mattinata.
Quelli al centro del lavoro dei ragazzi e della discussione odierna, ha spiegato, sono temi “attorno ai quali ruotano i grandi dibattiti dei nostri giorni, le sfide, i cambiamenti epocali che abbiamo davanti e che richiedono letture non semplicistiche o superficiali, ma studio, approfondimento, ascolto, confronto perché di fronte a questi cambiamenti epocali bisogna prima di tutto rispondere con la conoscenza, con la ragione, con la cultura e con l’impegno etico, fonti indispensabili che dobbiamo trasmettere alle giovani generazioni. E’ questa la scuola rappresentata dalle realtà che operano in conCittadini: una scuola che stimola a farsi un’idea del mondo, dei problemi vicini o lontani da noi, una scuola che educa a rigettare l’indifferenza, a non girare lo sguardo dall’altra parte di fronte alle ingiustizie e alle diseguaglianze”.
“Iniziative come questa ci aiutano a capire cosa ci unisce”, ha detto monsignor Matteo Zuppi, richiamando l’importanza dell’educazione civica e dell’impegno a “costruire la città che si riceve”. Il modo in cui ciascuno vive non è indifferente, ma incide nella vita della città, ha spiegato ancora, e di qui nasce l’importanza della partecipazione e di trovare risposte a nuove sfide, ad esempio quella dell’integrazione, di una nuova socialità, quella che il Papa chiama amicizia sociale.
“Il campanilismo- ha aggiunto- ci fa credere di aver capito tutto e non abbiamo capito niente”. Si tratta quindi di investire sul capitale di solidarietà che ha in sé la nostra città, un po’ come i portici che offrono riparo e uniscono: “Nei nuovi quartieri non ci sono molti portici, dobbiamo costruirli noi con la nostra solidarietà perché quello atmosferico non è il solo inquinamento, c’è anche quello dell’indifferenza che come il peggior gas non si sente, ma appena accendi l’interruttore fa scoppiare tutto”.
Per rispondere alle domande elaborate dai ragazzi su legalità, mafia, legittima difesa, liberalizzazione delle droghe leggere ed altro ancora è intervenuto il procuratore Ignazio Defrancisci che ha anche ricordato i suoi anni primi anni da magistrato, a Palermo nel Pool antimafia a fianco di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: “Si impara più dai maestri che dai libri di scuola– ha detto-, Falcone e Borsellino mi hanno insegnato cose fondamentali come l’impegno, la serietà e lo spirito di sacrificio, che significava anche rinunciare alle gioie familiari per un fine più importante”. Su come si possano riconoscere i fenomeni mafiosi nella propria realtà, “non c’è un test o una app che si accende nel telefonino – ha risposto – ma ci sono indizi, comportamenti che un cittadino può non vedere ma chi amministra può cogliere”. Ad esempio, chiarisce, facendo attenzione al massimo rispetto delle regole negli appalti.
Dallo storico dell’arte Andrea Emiliani, fondatore dell’Istituto dei beni artistici e culturali della Regione, arriva un grido di allarme per la condizione dei beni culturali e il richiamo allo studio della “storia delle forme”, che coinvolge molte attività dell’uomo in aspetti non solo artistici, come ad esempio quelli dell’artigianato, i cui mestieri che per tanti secoli hanno rappresentato una peculiarità del nostro Paese andrebbero recuperati e valorizzati.
Erano presenti studenti delle seguenti scuole: IISS Caduti della Direttissima, Liceo Laura Bassi, IIS Keynes, Istituto tecnico commerciale e per geometri Crescenzi – Pacinotti di Bologna; Liceo Torricelli Ballardini (Faenza -Ra), Istituto di istruzione superiore Polo Tecnico Professionale Lugo – sez. G. Compagnoni (Ravenna), Liceo Giulio Cesare Valgimigli (Rimini); Liceo Melchiorre Gioia (Piacenza); Istituto superiore liceale Matilde di Canossa (Reggio Emilia); IIS A. Meucci (Carpi, MO); Ist. Galilei (Mirandola – MO).
Nell’anno 2015-16 ‘conCittadini’ ha coinvolto su tutto il territorio emiliano-romagnolo 266 scuole, 33 consulte e centri giovanili, 260 tra associazioni e fondazioni, 128 enti locali e istituzioni raggiungendo oltre 28.000 ragazzi e 3000 adulti. 130 sono i progetti realizzati in questi mesi
Per info su ‘conCittadini’ è possibile visitare il sito http://www.assemblea.emr.it/cittadinanza/attivita-e-servizi/concittadini/concittadini
(is)