Inserimento della Consulta nell’ambito delle competenze dell’Assemblea legislativa, per rafforzare il riconoscimento dei diritti e la valorizzazione delle comunità degli emiliano-romagnoli nel mondo; razionalizzazione della governance, in particolare attraverso l’elezione, fra i consiglieri regionali, di un presidente e due vicepresidenti, senza ulteriore compenso rispetto all’indennità di consigliere, finalizzata al contenimento dei costi della politica. Sono le novità più rilevanti del progetto di legge “Diritti di cittadinanza e politiche di coesione globale tramite la valorizzazione delle relazioni tra gli emiliano-romagnoli nel mondo” presentato dai consiglieri Roberta Mori, prima firmataria, Stefano Caliandro, Nadia Rossi e Paolo Calvano del Gruppo Pd. Il progetto di legge è composto di 22 articoli, suddivisi in quattro Titoli.
La proposta, spiegano i consiglieri, “rappresenta un’innovazione sostanziale, tenuto conto del mutato contesto, della struttura organizzativa della Consulta oltre a un rafforzamento dell’obiettivo del riconoscimento degli emiliano-romagnoli nel mondo e delle loro comunità quale componente importante della società regionale”.
Il Titolo I, si legge nella relazione che illustra la proposta, definisce i principi generali, le finalità e i destinatari della legge. Oltre a incentivare la collaborazione della Regione con gli Stati dell’Unione europea e negli altri Stati ove sono insediate le comunità degli emiliano-romagnoli e a rafforzare la rete di associazioni aventi sede in Emilia-Romagna e all’estero, “per la prima volta vengono coinvolte le realtà istituzionali, associative, formative e universitarie del territorio regionale in grado di valorizzare il ruolo delle comunità emiliano-romagnole all’estero”.
Il Titolo II, disciplina costituzione, composizione e funzionamento della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, disponendone “l’istituzione all’inizio di ogni legislatura, la durata in carica fino alla scadenza della stessa, le modalità di elezione dei tre componenti, presidente e vice presidenti, in seno all’Assemblea legislativa e il trasferimento in capo all’Assemblea legislativa, da parte della Giunta, di tutte le risorse umane, finanziarie e strumentali”. La Consulta risulta composta, oltre che dal presidente e dai due vice, da 3 rappresentanti delle autonomie locali designati dal Consiglio delle autonomie locali (Cal), 6 rappresentanti indicati da associazioni con sede in regione che si occupano di emigrazione, 15 rappresentanti degli emiliano-romagnoli residenti stabilmente all’estero proposti dalle loro associazioni, 8 giovani (18-35 anni) indicati dalle stesse. Nella prima seduta di insediamento, la Consulta elegge, nel proprio seno, il Comitato esecutivo, composto dal presidente e dai due vice e da 6 componenti, 4 dei quali eletti fra gli emiliano-romagnoli residenti all’estero. L’Assemblea legislativa, almeno una volta nella legislatura, è tenuta a indire la Conferenza regionale degli emiliano-romagnoli all’estero.
Il Titolo III, disciplina gli interventi della Regione “per la valorizzazione del ruolo degli emiliano-romagnoli all’estero, ove promuove o realizza, anche avvalendosi di tecnologie informatiche e telematiche, attività e iniziative in ambito economico, formativo, culturale e sociale a favore dei soggetti appartenenti alle suddette comunità”. L’Assemblea legislativa approva, su proposta del Presidente della Consulta, previo parere della Commissione assembleare competente, il Piano triennale regionale degli interventi a favore degli emiliano-romagnoli all’estero, assicurando le risorse necessarie.
Il Titolo IV, definisce le spese per il funzionamento della Consulta e del Comitato esecutivo, specificando che “al presidente e ai suoi vice non spetta alcun compenso supplementare rispetto all’indennità di consigliere” e che “per la partecipazione alle riunioni dei due organi ai membri non spetta alcun gettone di presenza”. Viene prevista la clausola valutativa, vale a dire una relazione con cadenza triennale da presentare contestualmente all’approvazione del Piano triennale. Entro tre mesi dall’approvazione della legge, l’Assemblea legislativa procederà all’elezione del presidente e dei due vicepresidenti.
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