COMUNICATO
Imprese lavoro e turismo

Coop spurie. Audizione direttore Centro studi Unioncamere e direttore operativo ART-ER

“Testato l’algoritmo (cruscotto) predisposto per individuare le false coop e delineato il profilo di una coop fittizia nel settore della logistica e delle carni”. Il presidente chiede la messa a punto anche di indicatori qualitativi. Pd: “metodologia d’analisi è importante quanto nuovo quadro normativo”

La commissione Speciale di ricerca e studio sul fenomeno delle cooperative cosiddette spurie o fittizie ha convocato in audizione il direttore del Centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna, Guido Caselli, e il direttore operativo di ART-ER, Roberto Righetti, per un confronto sul problema delle false cooperative.

Questa audizione – spiega il presidente della commissione – ci consente di fare il punto sulla prima fase di applicazione dello strumento (cruscotto) predisposto per individuare, nell’analisi delle banche dati oggi accessibili, gli indicatori quantitativi potenzialmente rivelatori della presenza di una cooperativa fittizia.

Nell’arco di un anno – spiega Giudo Caselli di Unioncamere – l’algoritmo che abbiamo predisposto (cruscotto) è stato testato sulle cooperative del settore della logistica e del facchinaggio nonché del comparto della lavorazione e trasformazione delle carni. Oggi, relativamente a questi due settori lavorativi, siamo in grado di delineare il profilo di una cooperativa spuria: è di grandi dimensioni, che conserva dalla costituzione alla chiusura; nella maggioranza dei casi non è associata ad alcuna centrale cooperativa; condivide con altre cooperative un unico domicilio fiscale e, negli eventuali vari passaggi, mantiene gli stessi amministratori e la stessa base occupazionale (lavoratori); presenta un elevato numero di lavoratori stranieri; si caratterizza per un costo del lavoro molto più basso della media del settore; infine, riguardo al bilancio, presenta stato patrimoniale pari a zero o conto d’esercizio negativo, elevata probabilità di default e indebitamento bancario pari a zero (per evitare qualsiasi tracciabilità).

Stiamo testando il “cruscotto” – gli fa eco Roberto Righetti di ART-ER – anche per tracciare i percorsi professionali dei lavoratori e le tipologie contrattuali applicate. Inoltre, si sta mettendo a punto un indicatore anche per monitorare cooperative piccole e medie nonché le imprese e a breve si testerà l’algoritmo sui dati relativi al 2018.

Nel corso delle audizioni tenute dalla commissione – puntualizza il presidente – è emerso che le false cooperative sono caratterizzate anche da elementi qualitativi, fra cui segnala: la presenza marginale, all’interno della cooperativa, dei sindacati più rappresentativi a livello nazionale; la difficoltà di risalire al contratto nazionale del comparto applicato; l’assenza dei revisori contabili; il mancato versamento all’Inps dei contributi per i lavoratori. Secondo il presidente, sarebbe opportuno inserire nel “cruscotto” specifici indicatori anche per questi elementi qualitativi.

Dal Partito democratico, infine, si segnala come la predisposizione di un quadro metodologico e di strumenti analitici in grado di scandagliare le varie banche dati a disposizione, quando saranno in grado di dialogare pienamente tra loro, sia da considerarsi altrettanto utile della messa a punto di un nuovo quadro normativo.

(Luca Govoni)

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