COMUNICATO
Parità, diritti e partecipazione

Cooperazione. In Aula relazione su piano 2016-2018: oltre 900mila euro per progetti in paesi in via di sviluppo

Dalla Palestina ai campi profughi Saharawi, passando per Nepal, Senegal e Mozambico. La maggioranza: “Una rete forte tra istituzioni, associazioni e volontari”. Botta e risposta tra Tagliaferri (Fdi) e l’assessore Gualmini. Il consigliere di destra parla di progetti vecchi e intrisi di ideologia; Gualmini: “Non insulti cooperanti e volontari”

Progetti di cooperazione allo sviluppo destinati alle popolazioni di paesi con cui la Regione ha stretto legami storici come il Senegal, il Mozambico, la Repubblica democratica del Saharawi. Ma anche “nuovi” investimenti in Camerun, Burundi, Burkina Faso e Kenya. Un piano da 908mila euro, stanziati per oltre 20 attività: dall’istruzione e formazione al sostegno alle cooperative agricole all’accoglienza di circa 1.000 bambini in Emilia-Romagna, che hanno potuto curarsi grazie al sistema sanitario regionale. La relazione sullo stato di attuazione del Piano triennale 2016/2018 per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in via di transizione è stata portata in Aula per rendicontare, nello specifico, i progetti conclusi nel 2017 e avviati nei due anni precedenti.

Il Piano triennale per la cooperazione.  La maggior parte dei beneficiari sono stati piccole cooperative agricole, aiutate nel promuovere l’autonomia produttiva, e minori appartenenti a famiglie numerose, sostenuti nella loro formazione. Gli aiuti sono stati devoluti attraverso partner locali, che hanno fatto da tramite anche a privati che hanno contribuito al finanziamento del piano: ad esempio ong, onlus, reti di volontari, associazioni, cooperative e imprese. Il 24% del contributo si è concentrato sui territori palestinesi, con quattro progetti inerenti a sviluppo economico, educazione e formazione. Molti i progetti che hanno interessato anche i paesi del bacino sud del Mediterraneo (Tunisia, Marocco ed Egitto), Mozambico, Senegal, i campi profughi del Saharawi, Etiopia e Ucraina. Altri interventi, non prioritari, sono stati effettuati in Sud Sudan, Tanzania e Burundi. I quattro progetti di emergenza hanno riguardato, invece, Nepal e i campi profughi del Saharawi, per un totale di 210mila euro. Senza dimenticare i progetti di accoglienza nel territorio regionale e l’assistenza primaria nelle strutture sanitarie per i bambini provenienti da Chernobyl, dal Saharawi e da tanti altri paesi.

“Il 2018 è stato un anno di impegni concreti- ha sottolineato Enrico Campedelli del Partito democratico– abbiamo incrementato il Piano puntando sulla lotta alla povertà e sull’impegno allo sviluppo.” Il consigliere dem ha fatto notare come le risorse non siano state tagliate, ma anzi incrementate, adeguando gli obiettivi a quelli dell’agenda Onu 2030 e coordinando il lavoro di associazioni, ong e volontari. “La nostra Regione crede nella solidarietà e nell’aiuto fattivo a quei paesi che vivono al limite della sopravvivenza attraverso progetti di sviluppo e di formazione. Abbiamo a cuore il futuro di tanti bambini, che vengono curati qui e che vengono accolti da tante famiglie emiliano-romagnole.” Il lavoro della Regione trova il plauso anche di Yuri Torri di Sinistra Italiana, che ha ricordato in Aula le vittime dell’incidente aereo in Etiopia, tra le quali c’erano diversi cooperanti italiani, e la volontaria Silvia Romano, rapita tre mesi fa in Kenya. “Quelle legate alla cooperazione sono attività non scontate per una Regione e dobbiamo andarne fieri, spero che progetti così proseguano”, ha detto il consigliere di Si elogiando quanto svolto in Mozambico, in Saharawi e con il progetti Brasil Proximo. Sulla stessa linea anche le consigliere del Pd Francesca Marchetti e Barbara Lori. “Importanti le attività per l’inclusione scolastica- ha spiegato Marchetti- che hanno dato, per esempio, la possibilità a ragazzi disabili in Ucraina di andare a scuola, o la promozione di politiche di genere. Questi investimenti pubblici sono fondamentali per l’effetto leva che riescono ad attivare sul territorio.” Barbara Lori ha sottolineato come il lavoro della Regione sia apprezzato dalle associazioni: “Cooperazione significa anche creare e rafforzare una rete tra enti locali, associazionismo, aziende sanitarie e famiglie.”

Duro il botta e risposta tra Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia e l’assessore con delega alla cooperazione internazionale Elisabetta Gualmini. Il consigliere di Fdi ha criticato senza mezzi termini la relazione della Giunta (“Due paginette scarse, senza paragone con le 72 pagine del documento del 2017”), ma anche la scelta dei progetti e dei paesi a cui destinare i fondi regionali: “Mozambico, Marocco e Palestina. I paesi sono sempre gli stessi, ma gli scenari geopolitici sono mutati e bisognerebbe guardare a nuovi orizzonti come la Libia, la Siria, l’Afghanistan e l’Iraq. I bandi siano rivolti a quei paesi che, con accordi bilaterali, si prendano carico dei migranti rimpatriati. Dovrete rispondere in quest’aula di come sono spesi i soldi dei contribuenti”.

Commenti “inqualificabili” secondo l’assessore Gualmini, che contrattacca: “Non accetto che si parli delle persone che operano nell’associazionismo come di ‘una pletora di volontari’ che non hanno niente di meglio da fare. Rivendico quello che abbiamo fatto e chiedo rispetto per il lavoro della nostra Regione: abbiamo portato quasi 1000 bambini a curarsi qui, abbiamo finanziato progetti di sviluppo.” Per l’esponente della Giunta non sarebbe corretto confrontare questa relazione (un monitoraggio annuale) con quella del 2017, più dettagliata perché rendicontazione conclusiva dell’intero Piano 2012-2015. “Soldi sprecati per i contribuenti? Minacciate un accesso agli atti? Siamo pronti a rispondere”. L’assessore Gualmini rigetta anche l’accusa di portare avanti progetti vecchi e intrisi di ideologia, citando gli investimenti in Camerun, Burundi, Burkina Faso e Kenya. Alle critiche di Tagliaferri risponde anche Francesca Marchetti (Pd): “Non si può parlare di ‘scandalo’ quando si parla di una Regione che investe per la pace e lo sviluppo e ha la solidarietà nel suo Dna”.

(Giulia Paltrinieri)

 

 

 

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