Dall’attività di formazione medica nei campi profughi Saharawi al sostegno alle piccole imprese agricole in Burundi fino all’impegno per i bambini di Chernobyl.
La relazione sugli interventi di cooperazione nei paesi in via di sviluppo della Regione Emilia-Romagna svolti negli anni 2018 e 2019 è stata presentata in Commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro (presieduta da Francesca Marchetti) dalla vicepresidente Elly Schlein.
“Nel 2018 sono stati approvati 28 progetti, di cui 25 già realizzati, e nel 2019 su 41 progetti ne sono stati avviati 40 di cui 30 già conclusi”, sono i numeri riportati da Schlein, che indica anche gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile raggiunti, “in primis, sconfiggere la fame e poi assicurare un lavoro dignitoso, tutelare la salute e lavorare per un’istruzione di qualità, rendere le città sostenibili e ridurre le diseguaglianze di genere”.
Nel 2018 e 2019, oltre ai progetti ordinari ci sono stati anche 5 progetti di emergenza: ad Haiti, in Niger per i minori non accompagnati, in Somalia per la prevenzione di malattie legate alla malnutrizione, in Myanmar per il sostegno alimentare agli sfollati e in Mozambico per il supporto alle vittime del ciclone Idai.
Le risorse messe a disposizione per entrambi gli anni ammontano a circa 2 milioni e 124mila euro per i progetti ordinari e a 212mila euro per quelli di emergenza. Nei bandi la Regione cofinanzia circa il 50 per cento del progetto, il resto viene coperto dal “vasto e competente” partenariato di associazioni, ong, enti locali, cooperative sociali, organizzazioni sindacali, università e anche imprese che denotano una “forte presenza nella nostra società civile”. Soprattutto, precisa Schlein, l’intervento regionale e del partenariato è quello di “scambio e valorizzazione di buone pratiche, politiche ed esperienze” svolto attraverso i tavoli paese. “Tavoli che – spiega la vicepresidente – hanno visto una grande partecipazione anche online in questa fase pandemica sia nella fase di programmazione, esecuzione che monitoraggio delle attività messe in campo”.
La Regione promuove poi la partecipazione e diffusione di bandi nazionali con un contributo che rientra nel contesto della più ampia strategia di paese, come ad esempio con Aics (Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo) in Mozambico per la sicurezza alimentare, in Algeria per il lavoro e in Palestina per aiutare centri con bambini con disabilità, e di bandi internazionali con il progetto ‘Shaping fair cities’ finanziato dalla Commissione europea. Ci sono poi i programmi assistenziali di cure mediche a favore dei minori stranieri che coinvolgono 700 bambini (bielorussi e saharawi) e di accoglienza di circa 70 di loro che vengono ospitati da famiglie e strutture del territorio.
“L’impegno che contraddistingue la nostra regione nella cooperazione internazionale non viene mai a mancare – conclude Schlein – e soprattutto ora, in questa fase di crisi dove tutti siamo colpiti a livello globale”.
“Per la prossima programmazione triennale – aggiunge Francesca Marchetti, presidente della commissione – dobbiamo iniziare a riflettere su quello che dovrà essere il nostro ruolo nella progettazione in fase pandemica”.
“Bisognerebbe entrare nel merito di questi progetti considerando le risorse che vengono investite dalla Regione”. Si dichiara più critica Valentina Stragliati (Lega) che, pur ammettendo l’importanza della cooperazione internazionale, “anche per la gestione stessa del fenomeno migratorio”, risulta scettica per quanto riguarda la spartizione dei fondi nei singoli progetti. “Mi sorprende che vengano investite molte più risorse per una app innovativa in Burundi, tra i paesi più poveri al mondo, piuttosto che in un centro per fisioterapisti e infermieri a Chernobyl, trovo una certa discrepanza”. La consigliera chiede anche una rendicontazione più precisa.
Perplessità anche da parte di Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia), che chiede se esista una “regia che va oltre i bandi regionali. Nel momento in cui si finanziano alcuni progetti piuttosto che altri si fanno scelte politiche – spiega il consigliere – quindi mi domando come si possano investire risorse sia per i Saharawi che per il Marocco, ad esempio”.
La relazione sulle attività del 2018 e 2019, invece, secondo Federico Amico (ER Coraggiosa), ha il merito di sottolineare il “grande apporto positivo che è stato dato dalle ong”, che spesso invece “vengono criminalizzate, come negli ultimi anni”. “Queste organizzazioni si sono rivelate essenziali con i loro interventi sia per la crescita che per lo sviluppo dei territori”. Grazie a questa “sinergia positiva”, i progetti non sono più “singole gocce nel mare” ma “fanno parte di una strategia complessiva” della quale bisognerà tenere conto anche nella prossima programmazione, sottolinea il consigliere.
Positiva anche Francesca Maletti (Partito democratico). “Il numero dei progetti avviati e soprattutto conclusi è in aumento, e questo non è scontato”, spiega. La consigliera sottolinea poi “il grande lavoro svolto dai nostri territori sia con le attività di sensibilizzazione sia per il fundraising. Dobbiamo chiederci come poter proseguire in questo contesto anche rispetto alle prossime progettazioni”.
“La nostra Regione continua ad essere in prima linea con il sostegno a progetti internazionali”, commenta Antonio Mumolo (Partito democratico), che avanza però la richiesta di inserire “misure specifiche per il contrasto alla tratta delle donne. Un fenomeno che è in fase di aumento a livello internazionale e che non riguarda solo la criminalità, ma anche la cultura”.
In risposta ai consiglieri, Elly Schlein, in chiusura, sottolinea che “la Regione si muove sul solco degli indirizzi che provengono sia dall’agenzia italiana di cooperazione allo sviluppo che dalla comunità europea, che danno indicazioni sulle priorità e modalità di interventi”. Si tratta quindi di “un lavoro di raccordo tra territori e il vasto partenariato, lavoro che – chiarisce – va oltre l’aiuto umanitario e punta al miglioramento delle condizioni di vita nei paesi in via di sviluppo”.