COMUNICATO
Assemblea

Covid. Pompignoli, Liverani e Marchetti (Lega): “La Regione comunichi la pianificazione sanitaria e Forlì diventi un punto per la vaccinazione”

Interrogazione in commissione Sanità: “Numero dei vaccinati inferiore a quanto affermato il 17 dicembre, quando era stata programmata una prima fase di 100mila somministrazioni”

Chiedono di sapere se la Regione “intenda comunicare con chiarezza la pianificazione sanitaria rispetto alla campagna di vaccinazione anticovid, stante il grave ritardo nella somministrazione e il numero dei vaccinati nettamente inferiore a quanto prospettato” e “perché Forlì è stata esclusa dai punti nevralgici segnalati dalle aziende sanitarie per la somministrazione dei vaccini”.

In una interrogazione, a risposta orale alla commissione Politiche per la salute e politiche sociali, i consiglieri della Lega Massimiliano Pompignoli (primo firmatario) Andrea Liverani e Daniele Marchetti, sottolineano la “enorme perplessità in merito alla programmazione e pianificazione sull’approvvigionamento dei vaccini e sulla loro somministrazione”. Inoltre, i consiglieri leghisti hanno già chiesto un incontro all’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, anche al fine di comprendere “i motivi per cui Forlì sia stata esclusa dai punti segnalati” dalle Ausl per la somministrazione dei vaccini.

Pompignoli, Liverani e Marchetti ricordano che Donini e il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, avevano pianificato una prima fase con 100mila vaccinazioni e il 17 dicembre l’Emilia-Romagna si era detta “pronta per il vaccino anticovid e che erano in arrivo 183mila dosi per i primi beneficiari”.

I tre consiglieri del Carroccio, inoltre, nell’atto ispettivo, evidenziano come al 2 gennaio, “secondo fonti ufficiali, i vaccinati sono 5.443 e dal 4 gennaio dovrebbero essere somministrate 50 mila vaccinazioni a settimana, con la definizione puntuale delle somministrazioni eseguite in ogni provincia”. Inoltre, nell’interrogazione viene affermato che “il numero dei vaccinati risulta essere notevolmente inferiore rispetto a quello prospettato il 17 dicembre; fino a marzo, saranno vaccinati esclusivamente gli operatori della sanità e personale e degenti delle strutture residenziali per anziani”. Gli altri cittadini, concludono Pompignoli, Liverani e Marchetti, dovranno “dunque aspettare almeno altri tre mesi”.

 

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