Ci sono dosi di vaccino scadute? Se sì, come vengono gestite?
A chiederlo, in un’interrogazione, è Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ricorda come “in Italia il Commissario all’emergenza ha ammesso che le dosi di vaccino ordinate sono superiori alle esigenze della popolazione e, pertanto, gran parte di queste, nella seconda metà di marzo e nel mese di aprile, sono state rese disponibili alle donazioni al fine fornire supporto ai paesi più poveri in difficoltà e per non generare surplus di vaccino superiore alle esigenze richieste. Tuttavia, nonostante tali dichiarazioni, la struttura commissariale ha acquistato altri vaccini, come i sieri prodotti da Sanofi/Gsk e da Valneva: visto l’alto numero di vaccini ordinati, in contrapposizione allo scarso numero di soggetti che, verosimilmente, aderiranno alla campagna vaccinale, sorgono fondati dubbi in relazione al fatto che gran parte dei vaccini ordinati potrebbero rimanere inutilizzati”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere “come avviene la distribuzione dei vaccini dall’hub statale a quello regionale e se la distribuzione è fatta con il criterio FIFO (first in first out) in modo da evitare giacenze che possano poi essere prossime alla scadenza e se le scorte in possesso della Regione Emilia-Romagna sono controllate con il medesimo metodo e se si sono verificati episodi di vaccini scaduti e, in tal caso, se avviene una resa a livello statale oppure i vaccini giacciono in magazzino”.
Tagliaferri chiede inoltre “se nell’ambito delle scorte regionali si è fatta un’ipotetica programmazione di utilizzo anche rispetto alle date di scadenza in modo da avere una previsione circa le ipotetiche giacenze che potrebbero scadere o comunque se la data di scadenza è gestita in modo da non far scadere i vaccini rispetto agli utilizzi medi e se, infine, è ipotizzabile una cessione gratuita di vaccini prossimi alla scadenza per i paesi che non sono in grado di acquistare i vaccini per motivi economici”.
(Luca Molinari)