I reperti conservati nel Museo del Delta devono restare a Comacchio. A chiederlo, con una risoluzione, sono i consiglieri del Partito democratico Marcella Zappaterra e Paolo Calvano.
“Il comitato scientifico che dal 2012 al 2016 ha sviluppato il progetto di allestimento del Museo Delta Antico- spiegano i dem- è stato costantemente coordinato dall’allora Soprintendenza Archeologica dell’Emilia-Romagna. L’elenco dei reperti da esporre è stato concordato con il direttore del Museo Nazionale di Ferrara, nei cui depositi erano custoditi i reperti destinati a Comacchio, fra i quali due crateri di rilevante valore: il cratere monumentale con scene della guerra di Troia e quello che ritrae Teseo che sconfigge il Minotauro, diventati il simbolo del nuovo Museo Delta Antico”.
Dunque, i due reperti sono diventati i simboli del museo, ma “la Direzione del Museo Archeologico di Ferrara e il Polo museale dell’Emilia-Romagna- sottolineano i consiglieri- hanno deciso di non proseguire nel percorso, considerando le opere come un prestito temporaneo da restituire in tempi brevissimi”. Una decisione “incomprensibile”, secondo Zappaterra e Calvano, perché “la sottrazione di questi crateri imporrebbe di rivedere lo sviluppo narrativo del museo, di ristampare la guida, di aggiornare gli apparati didascalici e quelli multimediali e didattici, ma, soprattutto, priverebbe il museo dei suoi simboli a soli due anni dall’inaugurazione, cancellando tutto il lavoro fatto in questi anni e penalizzando così l’intero territorio”.
Da qui l’iniziativa dei due esponenti dem, che impegnano la Giunta “ad attivarsi con il ministero per i Beni e le attività culturali per favorire la permanenza al Museo del Delta Antico del cratere monumentale con le scene della Guerra di Troia e di quello che ritrae Teseo che sconfigge il Minotauro, al fine di preservare il legame tra la comunità di Comacchio e i simboli della sua millenaria cultura”.
(Margherita Giacchi)