“Valorizzare l’ingente patrimonio regionale di rotabili ferroviari, tranviari e infrastrutture ancorché dismessi o non più utilizzati, a testimonianza di un secolo e mezzo di storia e attività sul territorio emiliano-romagnolo”.
A sollecitare la giunta in tal senso con un atto ispettivo è Giulia Gibertoni (Gruppo Misto), la quale sottolinea la valenza storica del trasporto su ferro regionale, testimoniato dalla prima linea ferroviaria regionale (la Milano-Bologna), inaugurata nel lontano 1859. Dalla fine dell’Ottocento ad oggi “la rete regionale -continua Gibertoni- si è sempre più estesa, sia ad opera dello Stato (che subentrava alle reti private concessionarie nazionali nel 1905), sia ad opera di altri concessionari locali. Purtroppo, molte linee concesse sono state soppresse a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso e alcune tratte non sono state ricostruite dopo i danni della II Guerra Mondiale, altre ancora non sono state mai completate”.
Facendo presente come “la conservazione e il riconoscimento del patrimonio ferroviario sia pratica ancora piuttosto recente in Italia, con una quindicina di musei ferroviari a valenza esclusivamente locale”, la capogruppo ricorda la disponibilità di parecchi veicoli storici non più utilizzati dalla società Trenitalia/Tper e soprattutto l’area modenese non più attiva ma destinata sempre all’esercizio ferroviario, denominata ‘Stazione Piccola’ nell’area di Piazza Dante.
Per Giulia Gibertoni, quindi, il Museo storico ferroviario e tranviario, da istituirsi con un’apposita legge regionale, diventando ente strumentale dell’amministrazione regionale, “potrebbe quindi valorizzare il patrimonio storico e tecnico, ferroviario e tranviario, con evidenti ritorni in salvaguardia della memoria e arricchimento culturale e in termini turistici, evitando la dispersione di questo patrimonio e scongiurando il rischio sempre più concreto di una sua scomparsa definitiva”.
(Luca Boccaletti)
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