COMUNICATO
Scuola giovani e cultura

Cultura. Piano triennale per Memoria ‘900. In Aula scoppia la polemica tra maggioranza e opposizioni

Galli (Fi): “Finanziamenti? Ci sono associazioni ‘amiche'”. Pd e Si: “Se vuole vada in Procura, qui non siamo al bar”. Assessore Mezzetti: “Sul sito della Regione è tutto pubblico”

Confronto su Resistenza e Foibe, botta e risposta sulle associazioni che partecipano ai bandi e consigli sui libri da leggere. Si riassume così la polemica scoppiata in Aula tra maggioranza e opposizioni sul programma triennale sulla Memoria del Novecento, approvato con il sì di Partito democratico, Sinistra Italiana, Silvia Prodi e Gianluca Sassi (entrambi del gruppo Misto), il voto contrario di Forza Italia e Fratelli d’Italia, l’astensione di Lega nord e Movimento Cinque Stelle e la non partecipazione al voto di Michele Facci (Misto-Mns).

“Questa non vuole essere una legge manifesto, ma un supporto per far conoscere la storia anche alle nuove generazioni”, ha spiegato Valentina Ravaioli (Pd) aprendo il dibattito, mentre Giuseppe Paruolo (Pd) si è raccomandato che “il tema della memoria non sia occasione di strumentalizzazioni”. Ma subito sono arrivate le critiche alla legge: “Questa- ha attaccato Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia)– è una programmazione da operetta. Non vi rendete conto del costante fiorire di opere dedicate al periodo storico precedentemente relegato alla memorialistica reducistica, segno di un fortissimo interesse a conoscere la propria storia senza omissioni”. Di contro, per Antonio Mumolo (Pd) “promuovere lo studio e la ricerca nonché valorizzare i luoghi della memoria è importante, così come è importante che la nostra Regione vada avanti in questa direzione”. Silvia Prodi (Misto) ha aggiunto che “ora che i testimoni oculari di quel periodo storico stanno man mano scomparendo a maggior ragione serve studiare e conoscere la storia”.

I consigli letterari arrivano da Igor Taruffi (Si), che sfoglia in Aula ‘Cento ragazzi e un capitano‘ di Pier Giorgio Ardeni, sottolineando come sia “importante tenere a mente l’attualità perché linguaggi, forme espressive e riferimenti a ideali che pensavamo sconfitti tornano prepotentemente”. Ricorda, a proposito, l’episodio avvenuto pochi giorni fa, proprio in occasione della Giornata della Memoria, quando alcune persone si sono vestite con la divisa delle ‘SS’: “hanno giustificato il gesto come rievocazione storica, ma a mio parere si è trattato di un episodio di pessimo gusto”.

Se Taruffi consiglia Ardeni, Andrea Galli di Forza Italia suggerisce ‘Compagno Mitra‘ e critica l’impostazione della legge: “Si stanzia 1 milione all’anno ma per scrivere solo la storia che si vuole. Sono denari pubblici spesi per ricordare quello che si vuole, dunque soldi sprecati. Farò un accesso agli atti per capire a chi vanno i soldi fra le associazioni che partecipano ai bandi e per verificare se ce ne sono di ‘amiche’ delle forze politiche di maggioranza”.

La replica non si fa attendere e il primo è il capogruppo del Pd Stefano Caliandro: “Esistono delle libere associazioni che partecipano ai bandi e i finanziamenti sono pubblici, non esistono né amici né clientele. Quando si parla di storia capita spesso di sentirvi parlare a sproposito. La storia si accompagna spesso alla conoscenza e purtroppo la conoscenza non è patrimonio di tutti: approfondire gli argomenti è una scelta. E trovo strano l’atteggiamento del Movimento Cinque Stelle che, di fronte a un dibattito come questo, è silente e non si indigna”. “Se Galli sa qualcosa – gli fa eco Taruffi – vada alla Procura della Repubblica o taccia, perché questa non è la piazza di Modena. Questo non è un bar e per fortuna non siamo tutti uguali e noi il senso delle Istituzioni ce l’abbiamo. L’Ufficio di presidenza valuti gli estremi delle dichiarazioni di Galli”. Da parte sua, l’assessore alla Cultura, Massimo Mezzetti, spiega che “è una discussione impropria, perché sul sito della Regione si ha un’informazione costante sui finanziamenti. Abbiamo affrontato tante questioni, dalle Foibe fino ai fatti di terrorismo come la morte di Marco Biagi”.

“A ogni campagna elettorale- afferma Massimiliano Pompignoli (Ln)– si tira fuori il fascismo. Parlate sempre di storia ma non pensate a quella attuale, non pensate ai problemi della gente, quelli che il governo sta risolvendo”. Per Facci “si è persa l’occasione per parlare, per la prima volta, di una valutazione e di una memoria storica non dico condivisa, ma, quantomeno, affrontata con equilibrio”. “La storia è una e la si studia scientificamente- replica il dem Enrico Campedelli-, c’è chi dice che alcuni fatti non siano mai accaduti, per questo è importante studiare e approfondire”. “La storia è una successione di fatti che se vengono studiati nella loro oggettività- aggiunge Yuri Torri (Si)- vengono compresi e non strumentalizzati”. Secondo Matteo Rancan (Ln), però, “La storia non è solo quella dei partigiani”. Per le mie origini – ha spiegato Gian Luca Sassi (Misto) – dato che “mio padre è stato comandante partigiano”, ho votato a favore della legge regionale. Dunque, ha ribadito, “credo sia fondamentale tramandare la storia e molto si deve ancora fare. Se ci sono associazioni che fanno della Memoria e della Storia la loro attività principale, credo debbano essere sostenute”.

(Margherita Giacchi)

Scuola giovani e cultura